Dopo un I trimestre dell’anno all’insegna della cautela, con un’inaspettata flessione del -3,6%, nel II trimestre 2015 la domanda di credito da parte delle imprese è tornata su un sentiero positivo, con un solido +8,1% rispetto al corrispondente periodo 2014. Nel complesso, dall’inizio dell’anno il numero di domande di finanziamento (istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi) presentate dalle imprese italiane agli istituti di credito ha fatto registrare una crescita del +1,8% rispetto ai primi 6 mesi del 2014, seppur con dinamiche differenti tra società e imprese individuali, facendo registrare il record assoluto da quando la rilevazione è in atto. In parallelo è tornato a crescere in modo significativo anche l’importo medio, attestatosi a 69.272 Euro.
Queste le principali evidenze che emergono dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF sulla domanda di credito da parte delle imprese elaborata sulla base del patrimonio informativo di EURISC - il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 77 milioni di posizioni creditizie, di cui oltre 8 milioni attribuite a utenti business, e che consente di fotografare in modo estremamente puntuale e tempestivo la dinamica in corso.
L’analisi condotta da CRIF distingue l’andamento del numero di richieste di credito da parte di Imprese Individuali e Società: il positivo risultato dei primi 6 mesi dell’anno in corso è stato determinato fondamentalmente dalla crescita delle domande presentate dalle Società, che hanno fatto registrare un incremento del +9,5% rispetto al corrispondente periodo 2014.
Relativamente alle Imprese individuali, invece, il dato aggregato mostra una leggera contrazione delle richieste, in calo del -0,1% rispetto ai primi 6 mesi dell’anno precedente, con un incoraggiante recupero nel periodo aprile-giugno dopo un due trimestri decisamente negativi.
Dato altrettanto significativo che emerge dal Barometro CRIF è rappresentato dalla crescita dell’importo medio dei finanziamenti richiesti. Nei primi 6 mesi del 2015, infatti, nell’aggregato di imprese individuali e società, l’importo medio si è attestato a 69.272 Euro contro i 67.061 Euro del corrispondente periodo 2014.
Se però si fa riferimento al solo II trimestre dell’anno va sottolineato come l’importo medio complessivo, pari a 73.946 Euro, risulti ben superiore al dato dei primi 3 mesi dell’anno, quando si era fermato a 64.808 Euro.
Scendendo maggiormente nel dettaglio, anche in questo caso le imprese individuali si sono caratterizzate per un atteggiamento prudente tanto che nel I semestre l’importo medio ha fatto segnare una flessione del -1,6% rispetto al corrispondente periodo 2014, attestandosi a 33.453 Euro.
Per le società di capitale, invece, è risultato essere pari a 94.509 Euro, in crescita del +3,7% rispetto ai primi sei mesi del 2014.
La dinamica in atto è confermata anche dalla distribuzione per classe di importo, con la fascia al di sotto dei 5.000 Euro che continua ad assorbire quasi un terzo del totale (il 32,8%, per la precisione, seppur in calo di 2,7 punti percentuali rispetto alla rilevazione del I semestre 2014) in virtù del peso preponderante delle richieste effettuate da imprese di piccola e piccolissima dimensione. Rispetto al 2014 crescono, invece, la classe compresa tra 20 e 50.000 Euro richiesti e quella superiore ai 50.000 Euro.
“Il dato relativo ai primi sei mesi dell’anno in corso ha confermato il trend positivo della domanda di credito da parte delle imprese italiane, malgrado l’inaspettata frenata registrata nel periodo gennaio-marzo. In termini assoluti si tratta del record assoluto a partire dal 2008 e questo conferma che le nostre imprese stanno cominciando a guardare al futuro con maggior fiducia”, spiega Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF. “In particolare va segnalato l’irrobustimento della domanda da parte delle società di capitale, che stanno avvertendo in modo più marcato la ripartenza dell’economia dopo anni estremamente difficili. Al contrario l’atteggiamento delle imprese individuali, maggiormente ancorate ai consumi interni che stentano a decollare, si caratterizza ancora per una sostanziale prudenza che si sostanzia con una domanda di credito debole e importi richiesti contenuti”.