
Secondo le puntuali analisi di Swiss Re le perdite economiche causate dalle catastrofi naturali e quelle provocate dall’uomo sono state pari a di 85 miliardi di dollari nel 2015.
Un valore altissimo in termini assoluti, ma che risulta in deciso miglioramento rispetto ai 113 miliardi del 2014.
Considerando solo le catastrofi naturali, durante l’anno, le stesse sono costate 74 miliardi di dollari all’economia.
I disastri di origine umana sono costati circa 11 miliardi, ovvero il 24% in più del 2014. Durante l’anno in corso il settore assicurativo è dunque stato chiamato a sborsare 32 miliardi di dollari per le catastrofi naturali (meno 14%) di cui 22 (-23%) per i danni naturali e 9 (+22%) per quelli causati dall’uomo.
L’esplosione avvenuta in agosto al porto cinese di Tianjin è stata, dal punto di vista assicurativo, la peggiore e più costosa di tutto l’anno. In termini di vite umane lo studio ha registrato circa 26.000 morti per le catastrofi avvenute nel 2015, il doppio rispetto a 12 mesi or sono, la maggioranza delle quali è costituita da migranti che hanno perso la vita cercando di attraversare il Mediterraneo su un gommone.
La catastrofe naturale più costosa dell’anno per gli assicuratori è stata invece la tempesta invernale che ha colpito gli Stati Uniti a febbraio, che ha provocato perdite economiche per 2,7 miliardi di dollari, per 2,1 miliardi coperte da polizze assicurative.
Per contro è stata relativamente calma la stagione degli uragani nell’Atlantico del Nord e questo ha permesso di contenere i costi per gli assicuratori. Il terribile terremoto in Nepal, che ha causato 9.000 morti e distrutto circa 500mila case, con costi economici per oltre 6 miliardi di dollari ha invece avuto un impatto relativamente limitato in termini assicurativi.
Dati i bassi livelli di copertura assicurativa del Paese, i costi per le compagnie sono stimati a 160 milioni di dollari.
A causare incendi e altri disastri sono state quest’anno anche le elevatissime temperature e la siccità che hanno colpito molte regioni.
Swiss Re stima che oltre 5.000 persone siano morte a causa delle temperature estreme in India, Pakistan, Europa, Africa del Nord e Medio Oriente. In India e Pakistan le temperature sono salite oltre i 48 gradi, il livello più elevato mai registrato dal 1995, provocando oltre 3.000 vittime.
Come ha sottolinea Kurt Karl, capo-economista di Swiss re, “l’impatto economico di questi avvenimenti è stato devastante per le regioni Spesso si tratta di Paesi meno attrezzatati” per fare fronte a questi eventi e con un basso livello di assicurazione.