Prosegue la fuga dei camici bianchi dal nostro Paese. Sempre più insoddisfatti delle condizioni di vita e professionali entro la fine dell’anno potrebbero essere in 20mila a lasciare il Paese per lavorare all'estero secondo le previsioni del sindacato Ugl Salute.
“Credo che continuare a parlare di fuga sia irrispettoso nei confronti dei medici che continuano a scegliere di andare a svolgere la loro professione all’estero. È invece una decisione ponderata, dettata da migliori condizioni economiche, di progressione della carriera e di sicurezza sui luoghi di lavoro”, afferma Gianluca Giuliano, segretario nazionale di Ugl Salute.
“Al termine del 2024 saranno circa 20.000 i medici che potrebbero scegliere di andare all'estero”.
Il tema della retribuzione è centrale in questa dinamica, ma non è l'unica ragione che spinge i giovani medici italiani ad espatriare. In termini di emolumenti l'Italia è al terz'ultimo posto in Europa, davanti solamente a Portogallo e Grecia. Tuttavia, “pensare che sia solo un problema di soldi sarebbe delittuoso”, precisa Giuliano. “Al di fuori dei nostri confini la possibilità di progressione in carriera è uno sviluppo normale della professione e negli ospedali delle altre nazioni le condizioni di lavoro sono assolutamente migliori”.
C'è poi un fattore sicurezza. “Se da noi lo stillicidio di notizie riguardanti aggressioni al personale sanitario è quotidiano non è così all'estero dove le condizioni di sicurezza sono altissime e il rischio di burnout estremamente ridotto”.
A certificare questo stato di cose, di recente, è stato anche un sondaggio condotto a gennaio 2024 da Anaoo Asomed, l'altro rappresentativo sindacato del settore, che rivela che i medici ospedalieri sono molto insoddisfatti delle condizioni di lavoro: il numero di chi dichiara di avere una vita privata insoddisfacente è cresciuto dlel'87% in base al campione, coloro che sono sottoposti a carichi di lavoro eccessivi sono il 96% in più e il numero di coloro che vogliono abbandonare il SSN è cresciuto del 72%.
Dal 2014 al 2024 coloro che sono sottoposti a un carico eccessivo di lavoro sono aumentati del 5% e coloro che dichiarano di non riuscire a utilizzare i giorni di riposo o le ore di aggiornamento professionale sono il 50% in più.