
Nel terzo trimestre 2018, dopo due anni di quiete, le imprese francesi hanno assistito a un’inversione di tendenza con un aumento del numero di insolvenze del 2,3% (rispetto allo stesso trimestre del 2017), in linea con il rallentamento della crescita (1,6% nel 2018) e dei consumi.
È quanto emerge da un report realizzato da Coface. Ad oggi, solo le piccole imprese con fatturato inferiore a 500.000 euro ne risentono. Gli incrementi più rapidi sono stati registrati nei settori dei trasporti (+19,7%), soprattutto i taxi (+43%), dell’agricoltura e della pesca (+15,2%). Le costruzioni (+1,9%) e i servizi ai privati (+8,8%), che insieme contano per la metà delle insolvenze, hanno subito un ulteriore peggioramento.
A fine settembre 2018, in un anno, le insolvenze sono crollate del 4,5%, il loro costo finanziario e occupazionale è diminuito rispettivamente del 5,4% e del 4,8%, confermando il miglioramento delle imprese più grandi. Paradossalmente, l’aumento di competitività-costi (+5,5% tra il 2014 e il 2016), imputabile all’entrata in vigore del CICE (Credito d’Imposta per l’Occupazione e la Competitività) e al calo dei contributi dei datori di lavoro nel quadro del Patto di Responsabilità e Solidarietà, non si è tradotto con una performance migliore all’esportazione.
Nel 2019, Coface prevede un aumento del numero delle insolvenze in Francia pari allo 0,8%, dopo un calo del 3,4% nel 2018. La crescita del PIL dovrebbe diminuire all’1,5% nel 2019, in ragione del peggioramento del contesto internazionale, legato all’incremento del protezionismo e al persistere dei vincoli d’offerta. Anche nel settore edilizio l’indice di fiducia, che fa parte degli indicatori utilizzati da Coface nel suo modello, dovrebbe continuare a deteriorarsi.
Malgrado questa inversione di tendenza, nel 2019 il margine dovrebbe rimanere stabile a un livello accettabile e permettere alle imprese di mitigare gli effetti del rallentamento del commercio mondiale, e persino ottenere un miglioramento nelle performance all’esportazione. Le misure contenute nel progetto di legge finanziaria 2019 non dovrebbero avere un impatto significativo sulla salute delle imprese. L’effetto netto negativo della variazione CICE, che prevede una costante riduzione degli oneri sui datori di lavoro, a causa del conseguente aumento del reddito imponibile, dovrebbe essere compensato dall’incremento continuo della produttività.