
L’economia degli Emirati Arabi è in frenata, secondo l’ultimo report realizzato da Coface, sulle prospettive di crescita del Paese.
Anche se il settore degli idrocarburi resta il fondamento dell’economia degli Emirati Arabi Uniti, altre attività contribuiscono al prodotto interno lordo, consentendo di attenuare gli effetti del calo dei prezzi dell’energia sulla crescita. Da decenni gli Emirati investono in infrastrutture, trasporti, servizi finanziari, commercio e costruzioni, al fine di rafforzare il livello di diversificazione dell’economia.
Tale diversificazione si è rivelata indispensabile da quando, a metà del 2014, i prezzi del petrolio sono crollati. Nel 2015, la quota degli altri settori nel PIL ha raggiunto il 75% circa, contro il 65% a metà degli anni 2000. “L’economia degli Emirati Arabi Uniti è la più diversificata della regione del Golfo”, sottolinea Seltem Iyigun, economista per la regione MENA di Coface. “Il livello relativamente alto di diversificazione economica l’ha resa meno vulnerabile agli shock dei prezzi petroliferi. Questi sforzi hanno permesso al governo di avere solidi strumenti di sicurezza finanziaria tali da continuare a sostenere gli altri settori, come l’immobiliare, le costruzioni, il commercio, le vendite al dettaglio e il turismo”.
Oltre a questa diversificazione, gli Emirati Arabi Uniti beneficiano di una stabilità politica e di un sistema finanziario resiliente, che consentono di limitare le conseguenze negative del calo dei prezzi dell’energia. Secondo Iyigun, “L’economia degli Emirati continua ad attirare gli investitori internazionali grazie a un ambiente commerciale favorevole basato su produttività forte, infrastrutture eccellenti, relazioni solide con il mercato mondiale e settore privato dinamico”.
Anche se il crollo dei prezzi del petrolio ha preoccupato gli investitori a fine 2015, i consumi delle famiglie sono rimasti stabili, grazie a una liquidità abbondante, a dei tassi di interesse bassi e alle continue entrate da turismo. A febbraio 2016, i prestiti concessi al settore privato sono aumentati dell’8,5% in un anno. La diversificazione economica del paese rispecchia queste previsioni, poiché il rallentamento del settore petrolifero ha meno effetti del previsto sui livelli di occupazione. La distribuzione e il turismo rimangono i settori chiave, malgrado non manchino i problemi da affrontare.
Tuttavia, l’aumento degli affitti sta restringendo i margini di profitto e il calo continuo dei prezzi del petrolio potrebbe, a lungo termine, destabilizzare gli investimenti in questo settore. Anche le banche devono affrontare un peggioramento delle condizioni di liquidità e una mancanza di dollari, a causa del crollo dei depositi da parte delle amministrazioni pubbliche in seguito alla diminuzione dei prezzi del petrolio.
L’immobiliare costituisce uno dei pilastri principali della strategia di diversificazione del governo degli Emirati. A Dubai, i preparativi per l’Esposizione universale del 2020 giocano un ruolo motore per la crescita del settore delle costruzioni. “Malgrado la diminuzione dei prezzi dell’energia, Abu Dhabi e Dubai continueranno a investire nei progetti di infrastrutture che dovrebbero attirare costruttori privati nella regione”, spiega Seltem Iyigun. Sebbene le prospettive rimangano positive per le costruzioni, il settore risente in generale del rallentamento dell’economia. Negli Emirati, i risultati del mercato residenziale rimangono inferiori rispetto agli anni scorsi. In totale, nel 2015 sono state consegnate 7.800 unità residenziali, mentre a inizio anno, i costruttori prevedevano di consegnarne 25.000.