
La compagnia francese Covéa e il suo amministratore delegato, Thierry Derez, hanno presentato ricorso contro la sentenza del tribunale commerciale di Parigi di martedì 10 novembre, che ha loro imposto il pagamento di circa 20 milioni di euro a Scor, rilevando vizi contrattuali nel comportamento di Derez che, in pieno conflitto di interessi, avrebbe utilizzato informazioni riservate di sua conoscenza in qualità di amministratore di Scor, nel tentativo di acquire il controllo dello stesso riassicuratore francese.
La guerra tra i due paladini della finanza francese, il riassicuratore Scor e il gruppo mutualistico Covéa (GMF, MAAF e MMA) - suo maggiore azionista con oltrel’8% del capitale – va avanti da oltre due anni. Nell’estate 2018 Covéa, il principale assicuratore danni in Francia, aveva proposto al consiglio di amministrazione di Scor l’acquisizione dell’intero capitale. Offerta rigettata e mai digerita da Denis Kessler, numero uno di Scor. Kessler non si limita a stracciare il disegno di Covéa, ma sospetta che Derez si sia appropriato indebitamente di informazioni riservate, ottenute in qualità di amministratore e membro del comitato strategico di Scor, decidendo di portare il caso davanti al giudice.
Nella sua sentenza, il tribunale commerciale di Parigi ha quindi premiato la ricostruzione di Kessler. Covéa e il suo CEO devono quindi pagare congiuntamente più di 19,6 milioni di euro e Thierry Derez quasi 480.000 euro a titolo personale.
In particolare che Thierry Derez “ha commesso vizi contrattuali che impegnano la sua responsabilità civile, violando gli impegni assunti nei confronti di Scor in qualità di Amministratore a titolo personale, relativi al conflitto di interessi, alla riservatezza e alla lealtà”.
Scor ha incassato con soddisfazione la decisione del tribunale commerciale di Parigi, ricordando come siano in corso altri procedimenti legali per Thierry Derez e Covéa, oggetto di una citazione diretta dinanzi al Tribunale penale di Parigi per “violazione della fiducia” e “occultamento di violazione della fiducia”, che potrebbe comportare, se l’amministratore delegato della Covéa fosse giudicato colpevole, una condanna a 3 anni di carcere. Il processo è previsto per il 5 e 6 luglio 2021.
Secondo Thierry Derez e Covéa, “la sentenza contiene gravi e molteplici errori di valutazione, in fatto e in diritto”, aggiungendo che “era nell’interesse di Scor e dei suoi azionisti che Covéa presentasse una proposta di fusione che avrebbe dato notevoli garanzie a Scor in termini di solidità finanziaria, favorendone lo sviluppo”.
Thierry Derez e Covéa negano “qualsiasi conflitto di interesse e negano di essersi comportati in manier sleale. Se questa decisione dovesse costituire un precedente, si limiterebbero di molto i diritti degli amministratori nell’esercizio della loro professione, sempre volta a rispondere alla mission dell’azienda e a muoversi liberamente nell’interesse della società e dei loro azionisti”.