Le piccole e medie imprese italiane mostrano di avere un’attenzione crescente verso le politiche di welfare. Il secondo report annuale “Il welfare aziendale: diffusione e prospettive nelle Pmi”, realizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e Pluxee (ex Sodexo Brs), attraverso la somministrazione di un questionario online ai professionisti, sostiene che per il 62,8% dei Consulenti del Lavoro la diffusione di questi strumenti è aumentata, rispetto al 2023, in particolare tra le Pmi del Nord Ovest e Nord Est.
Guardando in prospettiva la tendenza è di un ulteriore consolidamento. Il 64,2% del campione intervistato infatti prevede che nel triennio 2024-2027 ci sarà un ulteriore aumento di queste misure tra le piccole e medie imprese.
La necessità di introdurre misure di supporto a favore dei lavoratori e delle loro famiglie, i cui livelli retributivi sono stati fortemente penalizzati dalla spirale inflazionistica degli anni 2022-2023, ha portato a un sempre più interesse nei confronti del welfare aziendale. Anche tra le PMI inizia a diffondersi, sebbene fatichi a maturare una gestione più consapevole. Secondo il rapporto alla richiesta di indicare quale sia il livello di diffusione dei diversi strumenti di welfare oggi disponibili per le imprese, il 62,3% dei Consulenti afferma come questo sia ancora “abbastanza basso”, il 21,7% “basso”. Solo il 15,9% lo considera “elevato” o “abbastanza elevato”.
I Consulenti del Lavoro sostengono che la maggiore diffusione del welfare aziendale di verifica nell’industria manifatturiera (la indica al primo posto il 50,6% del campione) e il commercio (46,1%). A seguire, ma di molto distanziati, vi sono i servizi avanzati alle imprese (27,1%), il credito e assicurazioni (22,2%), il settore dell'informazione e comunicazione (17,2%), mentre solo una quota marginale di Consulenti del lavoro indica altri comparti, quali alberghi e ristoranti, logistica e trasporti, sanità e istruzione, servizi personali e ricreativi, edilizia.
Le Pmi prediligono il welfare che mette al centro del proprio intervento il sostegno economico ai dipendenti e alle famiglie. Tra gli strumenti destinati a crescere maggiormente nei prossimi tre anni, anche i buoni pasto (42,6%) e i buoni multicategoriali (40,6%). Di particolare rilevanza sono anche quelli che riguardano l'erogazione di servizi relativi alla salute (40,6%), alla conciliazione vita-lavoro (29,2%) e alla formazione (11,9%). La presenza di incentivi fiscali e' la motivazione principale che spinge le Pmi ad adottare politiche di welfare (il 64,2% degli intervistati la indica al primo posto).