
Dopo un lunga fase di studio le Big Tech hanno iniziato a mettere piede nel mercato assicurativo dove possono sfruttare il loro vantaggio tecnologico, ad esempio nell’analisi dei dati o nell’intelligenza artificiale, piuttosto che nel far leva su grandi set di dati per offrire servizi nel ruolo di assicuratore autorizzato o in partnership con operatori tradizionali.
L’ingresso delle Big Tech nel mondo delle polizze può portare benefici in termini di efficienza operativa o di allargamento degli orizzonti del mercato attraverso il miglioramento della customer experience, ma può anche dar luogo a nuove problematiche per gli organismi di vigilanza chiamati a regolare il mercato evitando il rischio di un’eccessiva concentrazione nelle mani di una manciata di grandi aziende tecnologiche, operanti anche in altri settori finanziari.
È quanto rileva uno studio della FSI (Financial Stability Institute) che fornisce una panoramica sul coinvolgimento di 18 grandi aziende tech in 14 mercati assicurativi analizzando il loro intervento da tre prospettive diverse a seconda dell’attività svolta: assuntori del rischio, intermediari, provider di servizi.
Il risultato dell’analisi indica che attualmente sono poche le grandi aziende tecnologiche che operano sul mercato assicurativo come assuntori del rischio o come intermediari. Tuttavia, analogamente a quanto avviene in altri settori finanziari, le aziende tech hanno una forte presenza nel settore assicurativo come provider di servizi tecnologici, come ad esempio il cloud computing. A causa delle potenzialità di crescita delle grandi tecnologie e dei rischi aggiuntivi che comportano rispetto agli operatori tradizionali, le Autorità di supervisione assicurativa dovrebbero rimanere vigili.