
Il primo anno di educazione finanziaria nelle scuole italiane, introdotto dalla recente normativa, ha riscosso un ampio consenso tra famiglie e docenti, coinvolgendo già il 50% degli istituti.
La ricerca condotta da Alleanza Assicurazioni e AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari), presentata a Roma con il patrocinio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, evidenzia come la fiducia dei genitori nei confronti degli insegnanti sia alta e come l’interesse degli studenti per la materia sia molto forte. Tuttavia, emerge anche la necessità di rafforzare la formazione dei docenti e di fornire materiali didattici più adeguati. Attualmente, sei insegnanti su dieci conoscono la legge che ha introdotto l’educazione finanziaria e le sue implicazioni, mentre le famiglie valutano positivamente l’iniziativa, con un voto medio di 8 su 10. L’educazione finanziaria viene inserita prevalentemente nelle ore di educazione civica (50%), ma anche in altre materie come matematica e diritto (40%), segno di una certa flessibilità che però richiede maggiore coordinamento nazionale. La formazione interna resta una criticità: solo quattro docenti su dieci hanno potuto accedere a percorsi specifici promossi dalle scuole, e la carenza di supporti rende più complessa l’attività didattica.
Le collaborazioni con enti esterni, come quelle promosse da AIEF e Alleanza Assicurazioni, migliorano sensibilmente la soddisfazione e la preparazione degli insegnanti: il 90% si dichiara soddisfatto dei contenuti ricevuti e il 60% è favorevole a nuove collaborazioni con il settore finanziario. Dal lato degli studenti, l’interesse è tangibile: il 98% partecipa attivamente alle lezioni, segno che un approccio esperienziale e contestualizzato è efficace. I genitori vedono nella scuola il luogo principale per la formazione economico-finanziaria dei figli, tanto che per sette su dieci la presenza di questi insegnamenti potrebbe influire sulla scelta dell’istituto. Le priorità didattiche indicate dalle famiglie sono la protezione dalle truffe, la gestione del denaro personale e la comprensione del sistema economico; per i ragazzi delle superiori si richiedono anche temi più tecnici come il rapporto rischio-rendimento e la conoscenza degli strumenti finanziari. La ricerca conferma la fragilità dei giovani italiani in termini di alfabetizzazione finanziaria, con un livello medio di 50 su 100, inferiore alla sufficienza, e sottolinea come la famiglia resti ancora la principale fonte di educazione su questi temi.
Davide Passero, Ceo di Alleanza Assicurazioni e Country chief marketing & product officer di Generali Italia ha dichiarato: “L’educazione finanziaria a scuola è una leva per contribuire al benessere sociale e alla riduzione delle disuguaglianze, tramite la formazione di futuri cittadini più informati e in grado di compiere scelte consapevoli. Il rapporto presentato ci consegna la grande soddisfazione di studenti e genitori per l’introduzione dell’insegnamento di queste tematiche nei programmi scolastici. È l’inizio di un percorso che ha l’ambizioso obiettivo di rendere omogenea in tutto il Paese la diffusione di queste materie. L’azione corale tra istituzioni pubbliche, private e mondo delle associazioni può contribuire a colmare il gap che ancora contraddistingue il nostro Paese. In Alleanza da anni siamo impegnati in un Piano Nazionale di Educazione Finanziaria concretizzatosi in oltre 10mila eventi sul territorio con il coinvolgimento di oltre 500mila partecipanti”.
L’introduzione dell’educazione finanziaria a scuola rappresenta quindi un’opportunità storica per colmare il gap generazionale e sociale, ma occorre garantire continuità, formazione e strumenti adeguati per rendere questo pilastro educativo realmente efficace e accessibile a tutti, anche grazie alla collaborazione tra pubblico e privato.