![](https://asefibrokers.com/sites/default/files/styles/notizie-medium/public/notizie/carsharing.jpg?itok=KIkavPPG)
“Italia mobility 2030 – I nuovi orizzonti della mobilità. Elettrico, car sharing, guida autonoma: tante strade, un unico futuro”è il titolo della ricerca commissionata da AutoScout24 a Nielsen per analizzare l’evoluzione della mobilità nel nostro Paese. Per gli spostamenti in città il 60% delle persone continua a utilizzare l’auto di proprietà. Infatti, il car sharing vale solo il 3% del mercato e non è mai uscito dalle grandi città.
Se è vero che sta gradualmente crescendo un atteggiamento positivo verso la sostenibilità e la mobilità green, l’automobile resta decisamente il mezzo più usato per spostarsi in città. Tra i motivi anche la difficoltà a spostarsi con i mezzi pubblici. A livello nazionale – rileva la ricerca –solo il 24% si ritiene soddisfatto, segnale che ancora molto può e deve essere fatto, soprattutto a Roma dove il 41% è critico, rispetto a Milano dove invece il dato degli insoddisfatti si ferma all’11%. Guardando alla classifica dei mezzi preferiti per gli spostamenti quotidiani, l’auto privata è in assoluto al primo posto (60%), mentre oltre due su dieci preferiscono muoversi a piedi. Solo l’8% opta per i mezzi pubblici, con l’eccezione di Milano dove il dato sale al 25%. Ed è infatti proprio il trasporto pubblico a essere indicato come il principale problema da ben il 95% del campione, a causa soprattutto della mancanza di puntualità (53%) e di frequenza dei mezzi (52%). Tra gli aspetti che impattano sulle scelte di mobilità, al primo posto i cittadini guardano all’essere indipendenti (37%), ma a Milano si presta maggiore attenzione a soluzioni per evitare il traffico ed è molto più marcata la sensibilità per l’ambiente (26% vs il 16% nazionale e il 13% dei romani).
La condivisione dell’auto è praticata solo dal 3% degli intervistati. I servizi di sharing, già protagonisti nelle metropoli, rappresentano un tema controverso: per gli esperti, l’attuale sistema non è sostenibile finanziariamente, perlomeno non nei piccoli o medi centri. Per essere profittevole il car sharing deve essere utilizzato da un elevato numero di persone, ma questo è possibile solo nelle metropoli. E l’Italia non ha città di grandi dimensioni se non Milano e Roma. In futuro, si legge nell’indagine, dovranno essere previsti necessariamente nuovi modelli di sviluppo, se si vorrà garantire l’esistenza del car sharing. “Il car sharing – spiega Gioia Manetti, Vice President International di AutoScout24 – è in evoluzione, ma così come è oggi non riesce a scalare. Dovrà evolversi verso la micromobilità”.
Se nel passato l’auto era concepita principalmente come simbolo di uno status sociale da sfoggiare, gli esperti oggi parlano di un uso sfaccettato dell’auto, come tool e toy nelle metropoli, o come “esperienza” da vivere, che continua a prendere più piede in altri contesti urbani. I consumatori però, restano principalmente legati alla logica del possesso e all’idea che l’auto resterà al centro del concetto di mobilità in Italia, tanto che l’80% ritiene che avrà ancora un mezzo di proprietà nei prossimi 10-15 anni. E sono i giovanissimi (18-24 anni) quelli che più di tutti desiderano possedere una quattroruote (92%), rispetto ai “genitori” Boomers (72%). “C’è il tema della libertà di movimento”, dice Gioia Manetti. “L’auto permette questa libertà, quindi i dati non ci meravigliano. Bisogna distinguere da quello che succede nella mente di un ragazzo prima di prendere la patente, quando magari ancora sogna un mondo green, e quello che accade quando quello stesso ragazzo diventa maggiorenne, si assume le prime responsabilità, inizia un percorso di pendolarismo e quindi deve imparare a gestire i propri tempi, oltre ad avere la necessità di una maggiore comodità”.
Ma cosa accadrà nei prossimi anni? Il percorso della mobilità in Italia verso il 2030, secondo gli esperti coinvolti, non sarà disruptive, ma graduale e frammentato. L’evoluzione che ci si aspetta è direttamente correlata alla trasformazione delle nostre città, sviluppate in futuro secondo i principi di pedonabilità, interconnessione e concentrazione nelle metropoli, terreno fertile e luogo dove le nuove forme di mobilità, come la diffusione dello sharing, dei veicoli elettrici e della guida autonoma, prenderanno piede prima e più velocemente. Chiedendo ai consumatori come vedono il futuro delle proprie città, il 60% ritiene probabile un aumento del ciclismo urbano e della pedonabilità nei prossimi anni, il 40% immagina infrastrutture stradali modificate in favore degli spazi aperti e delle modalità di viaggio alternative, ma solo il 33% pensa che il problema del traffico diminuirà. Tuttavia, il 64% ha fiducia e prevede una mobilità, sia privata che pubblica, completamente connessa tramite Wi-Fi.