
Gli effetti del climate change sono già evidenti. Un po’ tutti avvertiamo sulla nostra pelle l’innalzamento delle temperature medie, non solo con le infuocate giornate estive, ma anche gli inverni sembrano meno freddi di un tempo. Secondo la Coldiretti, la siccità è ormai il rischio più rilevante per l’agricoltura, con i fenomeni estremi che hanno provocato in Italia danni pari a più di 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni.
A dirlo sono studi internazionali, come ad esempio l‘Atlante mondiale sulla desertificazione del Joint Research Centre della Ue. Il clima è cambiato e la produzione agricola è a rischio. L’accelerazione del cambiamento climatico è evidente e l’Italia è destinata a essere uno dei paesi maggiormente colpiti da fenomeni naturali, a livello europeo.
Facendo riferimento al lavoro di ricerca del Centro euro-mediterraneo per i cambiamenti climatici (Cmcc), Coldiretti ricorda che entro la fine del secolo la temperatura media nel nostro Paese potrebbe aumentare tra i 3 e i 6 gradi, evidenziando una rapida estremizzazione del nostro clima che alterna precipitazioni intense o molto intense a periodi di aridità. Si tratta di “una evoluzione che si è manifestata in tutta la sua drammaticità già quest’anno - ricorda Coldiretti -con il primo quadrimestre dell’anno segnato da una grave siccità, con circa 1/4 di pioggia in meno, al quale ha fatto seguito un mese di maggio straordinariamente piovoso, con grandine e temporali che hanno provocato pesanti danni alle coltivazioni”.
Le regioni dove la morsa del caldo sarà presto drammatica sono, naturalmente, quelle del meridione. Con la Sicilia che – nelle previsioni del Cnr – contempla il rischio siccità sul 70% del suo territorio. E una preoccupazione anche per il 57% della Puglia, il 58% del Molise, la Basilicata (55%). Oltre a valori compresi tra il 30 e il 50% per Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania. E il problema è tutt’altro che solo italiano.
Secondo l’UNCCD (United Nations Convention to Combat Desertification) nel mondo si perdono ogni anno 12 milioni di ettari di terra fertile, mentre la siccità da sola rappresenta una mancata produzione di milioni di tonnellate di grano. In un panorama che non risparmia ben 13 Stati membri dell’Unione europea, dove sono in atto processi di desertificazione. Cioè Bulgaria, Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia, Malta, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria, oltre all’Italia.