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Dalle stime di mercato dei ricercatori IDC (prima società mondiale di ricerche di mercato) entro il 2025 uomini e macchine potrebbero generare 175 zettabyte di dati che, se memorizzati su DVD convenzionali formerebbero 23 pile di DVD, ciascuna in grado di coprire la distanza terra-luna.
La crescita stimata al 27% del volume medio annuo dei dati significa anche un maggiore impatto sulle infrastrutture IT. Poiché poche aziende possono permettersi di aumentare il proprio archivio dati di quasi un terzo all’anno, i responsabili IT si affidano sempre più spesso a servizi IT in cloud.
Tuttavia, affidarsi a soluzioni cloud di terze parti significa perdere una parte del controllo sui propri dati aziendali. Per questo motivo, ad esempio, il regolamento US Cloud Act (Clarifying Lawful Overseas Use of Data) consente alle autorità statunitensi di acquisire i dati memorizzati nel cloud anche se la giurisdizione del luogo in cui i dati sono archiviati lo vieta.
Il controllo dei dati sta diventando sempre più un fattore di competitività per le aziende. Ciò vale per tutti i settori in cui la sicurezza dei dati è priorità assoluta e dove l’analisi degli stessi è decisiva per il successo aziendale, come nella sanità, mobility, finanza e industria manifatturiera. Le aziende si trovano a dover affrontare la questione di come elaborare i propri dati in modo sicuro ed efficiente: se modernizzando il proprio Data Center, investendo in infrastrutture all’avanguardia o utilizzando il cloud.
Nel 2020 è previsto l’avvio del grande progetto digitale europeo Gaia-X, nato su iniziativa del Ministero federale dell’economia e dell’energia (BMWi). Il progetto si pone l’obiettivo di creare un’infrastruttura cloud europea per la digitalizzazione e la messa in rete sicura dei dati, utilizzabile come base per l’implementazione di nuove applicazioni di intelligenza artificiale. In questo contesto, la Fraunhofer Gesellschaft ha realizzato l’iniziativa “International Data Spaces”, una sala dati virtuale dove le imprese possono condividere i dati in piena sicurezza e dove viene garantita la compatibilità delle loro soluzioni su piattaforme cloud consolidate (interoperabilità). Ciò significa che piccoli Data Center, distribuiti geograficamente con cloud stack open-source, potrebbero essere in grado di creare una nuova classe di applicazioni industriali che eseguono la fase iniziale di analisi dei dati nel punto in cui gli stessi hanno origine e utilizzano il cloud per l’analisi a valle.
Le aziende devono anche essere certe di poter eseguire le loro applicazioni in cloud su piattaforme utilizzate in qualsiasi Paese. Per questo è necessaria una strategia di gestione multicloud. Dal punto di vista del management, si tratta di una decisione strategica basata sulla consapevolezza che la propria organizzazione si indirizzerà verso una completa digitalizzazione del business. Un’eccellente User Experience può essere garantita, ad esempio, minimizzando i ritardi nella risposta da zone specifiche (“Availability Zone”). Ciò significa che le aziende devono scegliere, per i loro servizi, una o più zone in tutto il mondo in funzione delle loro esigenze di business.