
Il cybercrime, crimine informatico, rappresenta la minaccia del futuro per molte aziende italiane. Secondo il Global economic crime survey 2016 di Pwc, il 20% delle imprese italiane ha dichiarato di essere stata vittima di frodi economico-finanziarie di questo tipo negli ultimi due anni e il 30% lo considera un grave pericolo anche per il futuro.
Il cybercrime è stata la terza tipologia di reato di cui le imprese italiane sono state vittime negli ultimi due anni, alle spalle di appropriazione indebita e corruzione, mentre a livello globale è già il secondo reato, alle spalle dell’appropriazione indebita e prima della corruzione.
Per il 60% delle aziende italiane il cybercrime è una minaccia che arriva dall’esterno (55% nel 2014). In particolare, la minaccia più' grande è vista in hackers, terroristi e criminalità organizzata, che usano i proventi degli attacchi informatici per finanziarsi. Il 25% degli intervistati ritiene che in questo tipo di frodi ci sia complicità tra qualcuno interno all’impresa e l’esterno, mentre solo il 6% pensa che il pericolo sia interno.
Nonostante il tipo di minaccia preoccupi, solo il 53% delle imprese ha rafforzato un piano di risposta agli attacchi informatici. Anche se l’Italia è sopra la media globale (37%), quasi la metà delle imprese italiane risulta vulnerabile dal punto di vista della sicurezza informatica. Ad ogni modo, il 42% ha detto di avere specialisti interni in grado di fronteggiare un attacco, mentre il 20% ha esternalizzato la funzione IT security. In Italia, infine, c’è maggior fiducia verso le forze dell’ordine impegnate contro il cybercrime: pensa che siano adeguatamente formate il 46% degli intervistati, contro il 23% a livello globale.
In Italia tra i settori più colpiti, risultano: energia, utilities ed industria mineraria (50%), servizi finanziari (35%), manifatturiero (17%), servizi professionali (11%). A livello mondiale si registrano maggiori crimini nei servizi finanziari (48%), aziende statali (44%) e vendita al dettaglio (42%). Il settore che ha registrato un aumento maggiore è l’aerospaziale e della difesa, con il 9%, seguito da trasporto e logistica (+8%), energia e utilities ed estrazione mineraria (+6%).