
Il costo economico della crisi climatica continua a crescere e va a incidere anche in maniera diretta sull’industria assicurativa.
“Christian Aid”, l’ente di beneficenza britannico, ha elencati i 15 disastri climatici più gravi del 2020, quantificandone i danni in termini finanziari. “Il Covid-19 ha occupato gran parte degli spazi delle agende nel 2020, ma per molte persone la crisi climatica in corso ha aggravato le loro condizioni di vita mettendo a rischio i propri mezzi di sussistenza”, spiega Christian Aid.
Dieci dei disastri più costosi si sono verificati in Asia, molti dei quali associati a una stagione dei monsoni insolitamente prolungata e umida. Christian Aid stima in 32 miliardi di dollari i costi delle inondazioni in Cina, mentre le grandi piogge hanno causato in India danni per 10 miliardi di dollari. Il ciclone Amphan, che a maggio ha colpito la regione del Golfo del Bengala, una delle aree più densamente popolate del mondo, ha causato perdite per 13 miliardi di dollari.
Il Covid-19 ha una data di scadenza, il cambiamento climatico no e senza una ripartenza economica in stile “green”, aumenteranno i costi per le società del futuro.
In Africa si ritiene che le piogge insolitamente intense e i venti siano stati i principali fattori alla base delle devastanti infestazioni di locuste, che hanno causato danni stimati a 8,5 miliardi di dollari alle colture in Kenya e in altri paesi dell’Africa orientale. Ed è del tutto probabile che gli sciami di locuste continueranno a devastare i raccolti in tutta la penisola arabica e nell'Africa orientale anche nelle prossime settimane.
Christian Aid afferma nel suo report che i suoi calcoli sulle perdite finanziarie derivanti da eventi legati alla crisi climatica sono sottostimati in quanto “la maggior parte delle stime sono basate solo su perdite assicurate, il che significa che i veri costi finanziari potrebbero essere più elevati”, visto che gran parte degli immobili e delle infrastrutture economiche del mondo in via di sviluppo non è assicurata.
Secondo le stime preliminari di Swiss Re, le perdite assicurative globali legate a catastrofi naturali e disastri causati dall’uomo ammontano nel 2020 a 83 miliardi di dollari, con un aumento del 40% rispetto all’anno precedente. Gran parte delle perdite deriva dagli indennizzi relativi a eventi meteorologici estremi registrati negli Stati Uniti, “principalmente causate da un numero record di forti tempeste convettive (temporali con tornado, inondazioni e grandine) e incendi”.
Secondo Swiss Re il cambiamento climatico potrebbe intensificare quelli che vengono definiti come eventi di rischio secondario: l’aria più umida e l’aumento delle temperature creano condizioni meteorologiche estreme, che a loro volta si tradurranno in incendi, mareggiate e inondazioni più frequenti. “Mentre il Covid-19 ha una data di scadenza, il cambiamento climatico no, e la mancata connotazione “green” della ripresa economica globale non farà altro che aumentare i costi per la società in futuro”, afferma Jerome Jean Haegeli, capo economista di Swiss Re.