
Sono 1.346 le software house italiane che operano nel settore degli applicativi gestionali e rappresentano complessivamente un fatturato di 14,9 miliardi di euro.
Sommando a questo il valore della relativa rete di vendita (0,9 miliardi), il totale generato è pari a 15,8 miliardi di euro. Sono solo alcuni dei risultati della ricerca realizzata dal Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware e presentata durante il convegno “Il mercato dei software gestionali in Italia: opportunità per la digitalizzazione di imprese e pubbliche amministrazioni”.
Negli ultimi anni, il settore del digitale in Italia è stato in continua crescita, rendendosi centrale nello sviluppo economico e sociale del Paese.
Le aziende di questo settore sono per la maggior parte piccole ma registrano una produttività significativa pari a 158.834 euro per dipendente, un dato molto positivo per un settore dove il know-how del proprio personale Ict specializzato rappresenta l’asset aziendale prevalente.
“Nel contesto di un mercato digitale internazionale che vede il dominio dei grandi provider di tecnologia, le software house italiane nel campo degli applicativi gestionali rappresentano un elemento chiave per l’economia e la competitività del Paese, con un giro d’affari di 15,8 miliardi di euro e un capitale umano di quasi 94.000 dipendenti”, afferma Alessandro Perego, direttore degli osservatori digital innovation del Politecnico “Il portafoglio d’offerta è estremamente ricco con circa 5.400 prodotti in grado di supportare i processi di imprese e pubbliche amministrazioni lungo tutta la catena del valore, da quelli chiave di back end e front end con il cliente, a quelli legati all’amministrazione e alla gestione del personale. Si tratta di un comparto di piccole imprese, estremamente diffuse sul territorio, a supporto di una clientela locale ed eterogenea, in cui tuttavia si notano dinamiche aggregative di fusione, acquisizione e partnership tra imprese che promuovono l’arricchimento e l’innovatività dei prodotti offerti. La fotografia resa dalla ricerca evidenzia un ecosistema molto variegato in risposta a un sistema paese complesso, con esigenze eterogenee in termini di processi, ambiti applicativi, dimensione aziendale e quindi complessità da gestire e capacità di spesa”.
“Le evidenze che emergono dalla ricerca - aggiunge Bonfiglio Mariotti, presidente AssoSoftware - forniscono ulteriore forza alle motivazioni della nostra richiesta, più volte avanzata in questi anni al Governo, di equiparare il trattamento fiscale degli investimenti in software gestionali effettuati dalle imprese a quelli previsti invece dai provvedimenti Industria 4.0 per i software di automazione o per l'hardware. Non è più accettabile questa distinzione che penalizza fortemente tutte le imprese, creando disparità di trattamento e ostacolando la digital trasformation del nostro tessuto imprenditoriale”. Storicamente, rileva la ricerca, l’Italia registra un ritardo nella digitalizzazione rispetto al contesto europeo, che nel 2019 la vede al ventiquattresimo posto su ventotto secondo le stime della Commissione Europea nel Digital Economy and Society Index. Tuttavia, a livello nazionale si osserva una solida crescita del settore digitale e una sempre maggiore visione strategica anche a livello governativo sulla sua importanza per lo sviluppo economico del sistema paese.
Le software house italiane operanti nel mercato degli applicativi gestionali sono principalmente di piccole dimensioni: il 74% detiene un numero di dipendenti compreso tra 10 e 50 e un fatturato inferiore a 10 milioni di euro. Il totale dei dipendenti impiegati è 93.964, per un settore con un notevole impatto sociale considerato che per la maggior parte si tratterà di personale ICT specializzato, in grado di sviluppare, implementare e gestire i software prodotti
Dalla mappatura sono emersi 5.368 applicativi gestionali offerti nel mercato italiano. Una prima panoramica sui software gestionali mostra al primo posto per numerosità i moduli specifici per l’amministrazione e l’archiviazione (25% dei prodotti mappati). A questi seguono il knowledge management (22%) e i software per i processi di core delle aziende, sia di back-end con la gestione delle operations (21%), sia di front-end nella gestione dei clienti e della relazione con i consumatori (21%).
Un ulteriore 12% dei prodotti è rappresentato dai verticali per le imprese e le pubbliche amministrazioni, ovvero i software che integrano diversi moduli gestionali in una suite sviluppata ad hoc per uno specifico settore, a riprova del ruolo che le software house ricoprono nel rispondere efficacemente a determinate esigenze locali e settoriali. Infine, la parte restante di software censiti presenta il modulo di gestione del personale (6%), di asset e risk management (5%) e di gestione della sicurezza IT (3%), processi che per loro natura hanno caratteristiche più standard e difficilmente variabili in base alla tipologia di cliente che le utilizza. L’essere più adattivi a diversi contesti da parte di queste soluzioni probabilmente spiega la loro numerosità ridotta, se comparata alle altre categorie presenti sul mercato.