
Migliaia di edifici distrutti e quasi 10.000 morti sono i primi drammatici dati che arrivano dalla Turchia e dalla Siria, dopo le due potenti scosse di terremoto e le centinaia di assestamento che, secondo le prime proiezioni dell’US Geological Survey (USGS) potrebbero causare perdite economiche superiori a 1 miliardo di dollari.
La prima scossa di magnitudo 7.8 della scala Richter ha colpito nelle prime ore della mattinata del 7 febbraio nei pressi della città di Gaziantep nel sud-est della Turchia, con scosse mortali che si sono estese anche oltre il confine siriano nelle province di Aleppo, Latakia, Hama e Tarto.
Meno di 12 ore dopo, una seconda scossa di magnitudo 7,7 si è poi verificata poco più a nord-est, vicino alla città di Kahramanmaraş.
Il terremoto è uno dei più potenti mai registrati nel sud della Turchia, sebbene la regione sia particolarmente attiva dal punto di vista sismico.
Il presidente turco Erdoğan ha parlato del più grande disastro del Paese dal 1939, quando il terremoto di Erzincan provocò quasi 33.000 morti e circa 100.000 feriti.
L’USGS osserva che la popolazione delle aree colpite dalle due potenti scosse “risiede in strutture estremamente vulnerabili alle scosse sismiche”. Inoltre, “gli edifici vulnerabili sono principalmente in muratura di mattoni non rinforzati, o si tratta di strutture in cemento non duttile a pochi piani con costruzione di riempimento”.
Sulla base a queste informazioni, gli analisti dell’USGS ritengono che i danni economici possano superare il valore di 1 miliardo di dollari. Tuttavia, si ipotizzano costi molto inferiori per l’industria riassicurativa, dato lo scarso livello di penetrazione assicurativa nelle aree interessate.
In Turchia, l’assicurazione obbligatoria contro i terremoti viene offerta al pubblico tramite un pool assicurativo contro le catastrofi, che ha una capacità di pagamento dei sinistri di quasi 2,5 miliardi di dollari, sulla base del rinnovo della riassicurazione del 2021.
I dettagli del più recente rinnovo del 2022 non sono stati resi noti.