L’Italia è il Paese delle mille emergenze, dove il rischio sembra avvolgere ogni ambito della vita delle persone. La crescita esponenziale dei fattori di rischio è stata al centro dell’Italian Axa Forum, celebrata a Cascina Triulza in collaborazione con Ania e ActionAid.
Allo scopo di “prevenire” i rischi Axa ha creato l’Axa Reserch Fund, un fondo per la ricerca di 200 milioni di euro. Di questi, 131 sono già stati investiti per supportare 449 progetti di ricerca in 23 paesi del mondo. Progetti che spaziano dalla sicurezza idrica al rischio sismico, che toccano la vulcanologia, la ricerca sul cancro e lo studio sul confort in relazione all’uomo e all’ambiente circostante. L’obiettivo, hanno confermato tutti i ricercatori presenti all’incontro, è di pensare soluzioni sostenibili ai rischi emergenti.
Tornando alla percezione del rischio nel nostro Paese, il 71% degli italiani si sente esposto quotidianamente a rischi, oltre il 60% ha l’impressione di esser circondato da pericoli e l’88% teme per il collasso del sistema sanitario nazionale. Sono questi alcuni dati della ricerca condotta da Episteme per Axa Italia e presentati nel corso della giornata.
Al centro delle preoccupazioni dei cittadini c’è la salute. In particolare si teme per la qualità delle cure garantite oggi dallo Stato (88%), ancor più per l’aumento delle forme tumorali (86,9%) e per la diffusione delle malattie infettive (79,6%). Per questa ragione il 70% ritiene necessaria un’integrazione del sistema sanitario nazionale non solo per la cura, ma anche per la prevenzione.
Il numero uno di Axa Italia, Frederic de Courtois ha sottolineato come “quello che pagano i cittadini per la salute è uno dei valori più alti del mondo”. Ecco perchè servirebbe “una partnership pubblico-privato sulla salute, ci si dovrebbe sedere a un tavolo e immaginare cosa costruire insieme”, ha aggiunto il manager del colosso francese.
In merito agli obiettivi di sviluppo di Axa in Italia, Frederic de Courtois ha detto che “oggi stiamo crescendo per linee interne e abbiamo sempre detto che se ci fossero delle buone opportunità saremmo pronti a coglierle. Attualmente, queste opportunità non ci sono, ma sono abbastanza convinto che domani o dopodomani ci saranno. Ci sono tante compagnie e il mercato auto è in una fase difficile e quindi penso che ci saranno nuove aggregazioni”.