“Siamo fortemente critici su diversi articoli del nuovo Statuto, primo fra tutti quello relativo alle modalità elettive degli organi sociali (quali l’Assemblea dei delegati e il Consiglio di amministrazione), che ci lasciano seri dubbi sulla parità dei diritti, dal punto di vista della rappresentanza degli iscritti, anche in ragione dei paletti e degli sbarramenti previsti per poter concorrere al voto”. Il Presidente Anasf Maurizio Bufi ha così commentato in una nota il nuovo Statuto Enasarco approvato nei giorni dal cda della Fondazione e attualmente al vaglio del Ministro del Lavoro, che per competenza dovrà approvarlo o richiedere modifiche e integrazioni.
“Ovviamente consideriamo un passo avanti quello dell'elezione diretta degli organi sociali da parte degli iscritti, ma riteniamo che le due modalità elettive distinte indicate non rappresentino un approccio equo e che creino una forte disparità tra le associazioni di categoria che hanno sottoscritto gli Accordi Economici Collettivi (AEC) e le conseguenti - seppur non obbligatorie - convenzioni con Enasarco e tutte le altre forze associative, come Anasf che rappresenta gli interessi, oltre che dei suoi 12.000 soci, anche quelli dell’intera categoria professionale dei promotori finanziari iscritti ad Enasarco”.
L’Associazione esprime la propria contrarietà a modalità elettive che propongano eventuali sbarramenti solo a determinati soggetti, quando invece tale modalità - se adottata - dovrebbe riguardare tutti coloro che intendono partecipare alla competizione elettorale, in una corretta ed efficiente logica di “contendibilità”.
“Un altro aspetto rilevante che trova la nostra disapprovazione”, ha sottolineato il Presidente Anasf, “è quello relativo alla mancata pubblicazione del Regolamento elettorale, che a nostro giudizio non può essere ignoto e successivo alla presentazione dello Statuto. Contestualmente al rinnovamento della governance, infatti, vogliamo conoscere il Regolamento, dove si potrebbero rilevare norme che penalizzano la completa tutela degli aventi diritto”.
Infine, il nuovo Statuto Enasarco esplicita, dandone un’evidenza che prima era solo implicita seppur sostanziale, l’obbligatorietà della previdenza integrativa che per definizione non può essere imposta. Questo riferimento, inserito nel nuovo Statuto, contrasta in maniera ancora più forte con quanto Anasf ha sempre voluto evidenziare come caposaldo della propria battaglia sul tema: la doppia contribuzione obbligatoria è un’anomalia che va risolta.
“Anasf è disponibile a una piena collaborazione col Ministero del Lavoro perché si tenga conto delle criticità che avremo cura di evidenziare nello specifico. Per questo, l’Associazione ritiene di assoluta importanza la creazione di un tavolo di lavoro affinché tutte le sigle associative possano dare un contributo costruttivo alla definizione della governance e delle attività di Enasarco”, ha concluso Bufi.