AIA, uno dei principali gruppi assicurativi asiatici, ha riportato un recente aumento del 60% di capitali provenienti dalla Cina, dovuto alle difficoltà delle istituzioni del paese nel fermare il flusso di ricchezze verso il mercato offshore di Hong Kong.
Gordon Watson, amministratore delegato della regione Asia, ha dichiarato che il giro d’affari della città stato è passato $335 milioni a $537 milioni nel giro di un anno. Allo stesso tempo Mark Tucker, amministratore delegato e presidente di AIA, ha riferito che nei primi sei mesi del 2016 anche il business dell’IFA (Independent Field Advertising) ha registrato una forte crescita.
Lo scenario normativo in Cina
Negli ultimi mesi le istituzioni cinesi hanno apportato alcune modifiche allo scenario normativo del paese nel tentativo di contenere la fuga di capitali, sebbene come dimostrano i dati i risultati sono stati modesti.
Al momento le leggi dello stato consentono di scambiare una cifra massima di $50000 in valuta estera ogni anno, ma la State Administration of Foreign Exchange ha già cercato all’inizio dell’anno di bloccare l’accesso ad alcuni canali che consentono ai cittadini di mobilizzare grandi capitali verso altri paesi.
A febbraio il regolatore, nel tentativo di limitare l’uso di carte di credito per l’acquisto di prodotti assicurativi esteri, ha innalzato il limite legale per l’acquisto di servizi finanziari a 5000$. Il provvedimento si estende a tutte le carte controllate dalla compagnia di monopolio statale China UnionPay, l’unica a oggi autorizzata a operare nel paese.
Allo stesso tempo la China Insurance Regulatory Commission (CIRC), per cercare di scoraggiare un’ulteriore fuga di capitali, ha messo in guardia i consumatori che le polizze acquistate sul mercato di Hong Kong non sono protette dalla legge in territorio cinese.
I dati relativi all’attività del centro finanziario però attestano che, da quando la Cina ha iniziato a svalutare lo yuan nell’agosto 2015, il mercato assicurativo offshore ha guadagnato forte popolarità come mezzo per stoccare le ricchezze individuali. Solo pochi giorni fa sono stati diffusi i dati relativi all’andamento del comparto insurance di Hong Kong, che attestano come lo scorso anno gli asset under management abbiano registrato un aumento del 3,5%.
In aggiunta a questo quadro, un recente studio di Moody’s ha rivelato che i clienti cinesi pagano in media dai HK$3,7 a HK$6,1 milioni ogni anno per polizze vita e investment-linked securities, che corrispondono a una cifra compresa tra HK$75000 e HK$122000 in più rispetto al cliente medio.