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La ripresa vista dai manager: recessione, perdita posti di lavoro, protezionismo e nuova pandemia le preoccupazioni

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Giovedì, 21 Maggio, 2020 - 09:28
Autore: Gillespie

Recessione prolungata, bancarotta, assenza di domanda, disoccupazione e l’arrivo di una nuova ondata pandemica. Sono queste le più grandi paure dei manager globali, nella fase di ripartenza una volta chiusa l’emergenza più acuta del coronavirus, secondo l’ultima edizione dello studio del World Economic “Forum,Global Risk Report”, intitolato “Covid-19 risks Outlook”, realizzato in collaborazione con Marsh & McLennan e Zurich Insurance Group.

Lente d’ingrandimento sulle preoccupazioni di 350 manager mondiali per i prossimi 18 mesi. Due terzi degli intervistati ha soprattutto paura di una prolungata recessione globale. La metà del campione considera i fallimenti aziendali e il consolidamento del settore, la mancata ripresa e l’interruzione delle catene di approvvigionamento come preoccupazioni cruciali.

Considerata la spinta impressa alla digitalizzazione dell’economia nel corso della pandemia, anche gli attacchi cyber e l’utilizzo fraudolento di dati vengono annoverati tra le maggiori minacce da parte della metà degli intervistati, ma anche i guasti delle infrastrutture e delle reti informatiche rappresentano un timore importante. In cima all'elenco delle preoccupazioni disordini geopolitici e limitazioni più restrittive alla circolazione delle persone e delle merci.

Preoccupa anche il livello di disoccupazione che potrebbe diventare strutturale (49,3%), soprattutto tra i giovani, e l’insorgere di nuove tendenze protezionistiche. Il report evidenzia come in questa fase di ripartenza c’è l’opportunità di costruire un mondo maggiormente sostenibile e con una maggiore eguaglianza sociale che potrebbero costituire le basi per una nuova era di prosperità.

Peter Giger, Group Chief Risk Officer del Gruppo Zurich Insurance ritiene che il Covid-19 abbia dimostrato che “è fondamentale tenere sotto controllo i rischi esistenziali e il climate change è uno di questi. Mentre riavviamo le nostre economie, i cambiamenti nel modo di lavorare e gli atteggiamenti nei confronti dei viaggi, spostamenti e consumi indicano modalità nuove per raggiungere un futuro più sostenibile e a basse emissioni di carbonio. La pandemia avrà effetti a lungo termine poiché il tasso elevato di disoccupazione influisce sulla fiducia, la disuguaglianza e il benessere e mette in discussione l’efficacia dei sistemi di protezione sociale. Con pressioni significative sull’occupazione e l’istruzione – oltre 1,6 miliardi di studenti hanno perso la scolarizzazione durante la pandemia - siamo di fronte al rischio di un’altra generazione perduta. Le decisioni prese adesso determineranno gli sviluppi di questi rischi o opportunità”.

Secondo John Doyle, Presidente e Ceo di Marsh, “Anche prima della crisi del Covid-19, le organizzazioni si trovavano ad affrontare un panorama di rischi globale altamente complesso e interconnesso. Dalle minacce informatiche alle supply chain al benessere dei loro colleghi, le aziende ora ripenseranno molte delle strutture su cui prima facevano affidamento. Per creare le condizioni per una ripresa più rapida e un futuro più resiliente, i governi e il settore privato devono collaborare in modo più efficace. Insieme ai grandi investimenti per migliorare i sistemi sanitari, le infrastrutture e la tecnologia, uno dei risultati di questa crisi deve essere una maggiore resilienza da parte della società che consenta di resistere a future pandemie e ad altri gravi shock”.

Tag: 
Fase 2
Covid-19
Lavoro
recessione

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