
Mercati che cambiano, la digitalizzazione spinta, rischi emergenti e nuove normative che mettono pressione. Tutto vero, tutte cose risapute e dibattute da tempo, ma che solitamente mettono in agitazione gli intermediari considerati, secondo alcuni recenti studi di mercato quantomeno discutibili, come una classe in via di estinzione con spazi di manovra sempre più ristretti per via dell’affermarsi della digitalizzazione.
Il mondo digitale, la panacea di tutti i mali? In realtà le cose non stanno proprio così, perché il rapporto del broker con il cliente non termina con la vendita della polizza, ma inizia. E la famosa consulenza, reclamata da tutti a gran voce, potrà mai essere appannaggio di un dispositivo tecnologico?
La risposta, almeno fino a questo momento, appare scontata. Il che significa che nel mercato del brokeraggio assicurativo e riassicurativo ci sono ottime opportunità di crescita per i grandi player internazionali ma anche per gli operatori di piccole dimensioni.
Questa almeno è l’opinione dei Lloyd’s di Londra, ovvero la più importante piazza assicurativa a livello mondiale, che nel piano strategico “Vision 2015” riconosce ai broker un ruolo decisivo per lo sviluppo del mercato assicurativo e riassicurativo nelle economie emergenti. Certo, anche i Lloyd’s non mancano di sottolineare i cambiamenti delle esigenze e delle priorità dei clienti, così come l’avvento delle tecnologie che porterà a una rivisitazione e un riadattamento dei prodotti. Insomma, i broker saranno chiamati a muoversi in un contesto di mercato difficile, ma le aree di potenziale crescita non mancheranno a patto di mantenere quelle caratteristiche di innovatori del mercato che li hanno contraddistinti fino a oggi.