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È ormai da circa 20 anni che gli attacchi cyber registrano tassi di crescita annuale in doppia cifra e il 2020, contraddistinto dalla pandemia, non potrà che registrare un ulteriore incremento. Moltissime aziende, di fronte all’improvvisa situazione di lockdown si sono ritrovate a dover implementare in fretta e furia tutti gli strumenti necessari per attivare lo smart working.
Molte aziende hanno però trascurato una componente fondamentale: la sicurezza informatica. Infatti, smart working e sicurezza informatica sono strettamente correlati. Ovviamente i cyber criminali hanno colto la palla al balzo approfittando della situazione con numerosi attacchi per impossessarsi di dati personali, credenziali, informazioni aziendali.
Ma quanto sono diffuse le coperture cyber tra le aziende italiane? Secondo i dati in possesso dell’Osservatorio Marsh, la percentuale di piccole imprese che possono contare su una copertura assicurativa cyber non arriva al 10%, mentre il tasso di diffusione tra le grandi imprese sale al 50%.
In una dichiarazione all’Ansa Corrado Zana, Head of Cyber Risk Consulting di Marsh, ha spiegato che “il rischio cyber continuerà ad aumentare di circa il 25% all’anno, con un rialzo in doppia cifra anche per quanto riguarda i danni e i costi. Sta cambiando la dimensione degli obiettivi. Se prima c’era l’aggressione alla grande azienda internazionale, adesso, grazie a nuovi e sofisticati ransomware, si riescono a sfruttare obiettivi anche di dimensioni più contenute con la finalità di avere un immediato guadagno, vale a dire il pagamento del riscatto”.