
Il tradizionale report sulla Medmal di Marsh evidenzia come durante la pandemia siano aumentati i costi dei sinistri nella sanità pubblica. Secondo la 12° edizione del report si è registrato un balzo del numero di sinistri legati al Covid nei servizi sanitari di assistenza territoriale, passando da percentuali prossime allo 0% degli scorsi anni fino al 14% del periodo 2020-2021.
Tra i servizi che hanno avuto maggiore impatto dal punto di vista delle richieste di risarcimento, anche per via dell’alto numero di contagi nelle Rsa, ci sono le lungodegenze, che hanno raggiunto quota 60% sul totale delle richieste relative al covid-19. Tra il 2020 e il 2021 il campione analizzato da Marsh ha generato 227 sinistri nella sanità pubblica registrando un costo di 10,8 milioni e 51 in quella privata con un relativo costo di 2,6 milioni.
Secondo gli esperti di Marsh il rischio clinico rappresenta oltre i due terzi dei sinistri per malpractice nel settore della sanità pubblica italiana, con l’errore chirurgico al primo posto (37% dei sinistri), seguito dall’errore diagnostico (20%) e da quello terapeutico (12%). In aumento del 7% il costo medio per sinistro nel settore della sanità pubblica, proseguendo così il trend avviato nel 2011, che ora supera mediamente 100.000 euro, con un liquidato medio di 86.000 euro. Il costo totale dei sinistri nel settore pubblico per il periodo 2004-2019 ammonta a circa 1 miliardo e 461 milioni di euro, di cui il 53% – ovvero 774 milioni di euro – si riferisce a importi liquidati al danneggiato.
Nel settore della sanità privata, il report di Marsh evidenzia come la maggior parte dei sinistri analizzati derivi da specialità legate all’area chirurgica, con il 63% del totale dei sinistri delle case di cura, seguita dall’area medica al 14,4% e dall’area materno-infantile al 6,6%. Dalla ricerca emerge inoltre come il numero di sinistri relativi alle RSA sia in crescita e ora registri una media di 10 sinistri all’anno tra tutte le strutture esaminate. Il costo medio per sinistro si attesta oggi a 69.000 euro con una prevalenza, rispetto al settore pubblico, di pratiche gestite facendo ricorso all’autorità giudiziale.
Dal report emerge inoltre che sono le infezioni ospedaliere o nosocomiali la complicanza più frequente e grave dell'assistenza sanitaria: solo nel 2019 la loro incidenza, rispetto al totale dei sinistri in questo ambito, ha raggiunto il 7,4 per cento. Una situazione che, stando ai dati, produce un notevole impatto, arrivando all'8,6 per cento dei costi delle aziende sanitarie in termini di prolungamento delle degenze, per via delle complicazioni del fenomeno infettivo, e di potenziale sviluppo di ulteriori eventi avversi, senza trascurare l'impatto sulle condizioni del paziente. Dall’analisi emerge che le “Infezioni Correlate all’Assistenza”, le cosiddette “Ica”, provocano infatti decessi in percentuale maggiore rispetto a quanto osservato nel campione generale dei sinistri da medical malpractice (17,2% contro il 12,2%). Un fattore che contribuisce a innalzare il costo medio dei sinistri da infezione, che si attesta sui 126 mila euro per singola pratica, fra i più alti del campione.