Munich Re sta pianificando la riformulazione delle polizze cyber per escludere in maniera chiara il rischio guerra, in modo da evitare controversie sulle coperture.
È quanto riferisce la Reuters spiegando che l’invasione della Russia in Ucraina ha sollevato forti timori su possibili attacchi cyber che prendano di mira le imprese occidentali o le istituzioni governative.
La maggior parte delle polizze cyber copre le aziende contro le perdite derivanti dall’interruzione dell’attività e la riparazione di reti e sistemi violati a seguito di un attacco informatico, ma esclude la guerra. Tuttavia, le aree grigie nelle formulazioni di polizza lasciano le porte aperte a richieste di indennizzi di varia natura come causa di una guerra informatica.
La scorsa settimana S&P Global ha dichiarato che le perdite assicurative dovute al conflitto in Ucraina potrebbero ammontare a 35 miliardi di dollari, con la copertura cyber tra le maggiormente esposte
Munich Re sta quindi cercando di inserire clausole di esclusione dal rischio guerra più chiare nelle polizze cyber, sulla base di una formulazione sviluppata lo scorso anno nel mercato dei Lloyd’s di Londra. Il riassicuratore tedesco suggerisce inoltre ai suoi clienti assicuratori cyber di introdurre clausole simili.
Juergen Reinhart, responsabile underwriter area cyber di Munich Re, ha dichiarato: “Abbiamo imparato quanto sia doloroso avere una formulazione ambigua delle polizze dalla pandemia di Covid-19. Le polizze poco chiare in termini di business interruption hanno portato a una sfilza di casi giudiziari in tutto il mondo negli ultimi due anni, fondate sul fatto che la pandemia fosse coperta o meno dall’assicurazione. La nostra intenzione è quella di avere formulazioni molto, molto chiare ed evitare qualsiasi tipo di sorprese”.