
Dopo il terremoto del febbraio del 2011, la terra trema ancora in Nuova Zelanda, alle prese con una scossa di magnitudo 7,8 seguita da un lungo sciame sismico e dalle onde di uno tsunami lungo la costa orientale dell’isola del Sud.
L’epicentro è stato individuato a 23 chilometri di profondità, e circa 90 chilometri a nord di Christchurch, epicentro del terremoto 2011 di magnitudo 6,3 sulla scala Richter che aveva provocato 185 morti, mentre sono due le vittime accertate dalla scossa di domenica.
I danni per il violento terremoto che ha colpito domenica la Nuova Zelanda ammontano a circa 2 miliardi di dollari neozelandesi (circa 1,4 miliardi di dollari).
Le caratteristiche geografiche e geologiche del Paese sono molto simili a quelle italiane. Stretta e lunga, percorsa da catene montuose lungo tutto il territorio e con un’estensione territoriale di poco più piccola dell’Italia, la Nuova Zelanda è uno dei Paesi a più alto rischio sismico del mondo.
In media, ogni anno, il Paese è colpito da oltre 15.000 scosse sismiche, ma a i danni causati dai terremoti sono molto più contenuti rispetto all’Italia. Un fatto dovuto principalmente alla politica di ricostruzione anti-sismica e alla prevenzione.
In Nuova Zelanda le norme che regolano la costruzione di nuovi edifici sono molto stringenti.
Tutte le nuove costruzioni devono essere infatti realizzate secondo i più recenti criteri antisismici, così come grande attenzione è posta sulla scelta dei terreni dove sarà concesso il permesso edilizio.
In secondo luogo, la ricerca geologica e antisismica è estremamente attiva nel Paese, supportata dal Governo e gestita da diverse organizzazioni. Un terzo elemento è quello rappresentato dalla ECQ, ovvero la Earthquake Commission, un’organizzazione nata nel 1945 per volere del Governo e principale fornitrice di assicurazioni contro disastri naturali come terremoti, grandi smottamenti, eruzioni vulcaniche, disastri idrotermali e tsunami. Gli obiettivi principali della ECQ sono la facilitazione della ricerca riguardo i danni creati dai disastri naturali, la ricerca inerente a nuovi metodi per evitare o quantomeno ridurre tali danni e, come detto, fornire la principale forma di assicurazione contro tali eventi ai neozelandesi. L’assicurazione contro i terremoti, nata per volere del Governo e dunque sottoposta ai relativi controlli, è una vera e propriaprevenzione economica che tutela l’economia del Paese dai contraccolpi del sisma sull’economia.
Il quarto ed ultimo ramo che vede impegnata la Nuova Zelanda nella lotta ai danni derivanti dai terremoti è rappresentato dall’educazione. Questa rappresenta un aspetto fondamentale della prevenzione, dal momento che è principalmente diretta ai più giovani e agli studenti. Tra le principali attività volte a promuovere un atteggiamento consapevole nei confronti della caratteristiche sismiche del Paese spicca ‘New Zealand ShakeOut‘, un programma di educazione nazionale diretto a tutti i tipi di scuole, asili nido compresi. Ad oggi sono registrate 1,3 milioni di persone, circa un terzo dell’intera popolazione neozelandese.