
Numerose polizze sanitarie presenti oggi sul mercato prevedono l’esclusione del caso pandemia, cioè la non operatività della copertura per le conseguenze di una epidemia globale.
È il caso ad esempio della polizza RBM Salute stipulata dall’ente bilaterale Enbass per i lavoratori dipendenti delle agenzie iscritte ad Anapa che non potrebbero quindi usufruire dei rimborsi delle eventuali spese di cura connesse al coronavirus. Sulla questione è intervenuto il presidente dello Sna Claudio Demozzi invitando l’Ania a intervenire in modo da estendere urgentemente le polizze “a tutte le più gravi patologie, senza esclusioni che possono provocare lungaggini e diffusi contenziosi; se l’industria assicurativa non riuscirà a migliorare considerevolmente il contenuto delle polizze sanitarie, toccherà al Legislatore intervenire per evitare che si diffondano aspettative non soddisfatte nel momento del bisogno. Stessa sorte dovrà riguardare altri aspetti delle polizze sanitarie, come ad esempio i limiti di età, la copertura delle malattie pregresse non conosciute e gli aggravamenti di quelle conosciute dal cliente”.
In merito alla polizza RBM stipulata da Enbass, Demozzi si dice dispiaciuto dal fatto che la polizza sia stata esaminata e sottoscritta “da assicuratori e dunque da persone competenti”, aggiungendo che la compagnia rimedierà “togliendo questa esclusione dalla polizza”.