Il report redatto dall’Istat “La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita, nel 2020”, ci restituisce un’immagine contradditoria. Da un lato gli italiani si mostrano soddisfatti del proprio tenore di vita personale, dall’altro però 1 famiglia su 3 deve far fronte al peggioramento della proprio situazione economica.
Nella prima parte del 2020 la salute, le relazioni familiari e amicali o del tempo libero, hanno continuato a soddisfare e gratificare quote elevate di popolazione.
Alla fine, il giudizio sulla situazione economica personale è rimasto positivo per la maggioranza delle persone, ma è peggiorato tra i lavoratori autonomi.
Emergono invece chiari segnali di criticità per la situazione economica familiare: sale dal 25,7% al 29,1% la quota di famiglie che dichiarano un peggioramento rispetto al 2019.
Il 44,3% le persone che dichiarano un’elevata soddisfazione per la loro vita.
Rispetto agli anni precedenti, in generale la crescita della soddisfazione ha riguardato gli occupati, con l’eccezione dei lavoratori in proprio.
A livello territoriale, il Nord presenta la quota più alta di coloro che dichiarano un voto compreso tra 8 e 10 rispetto alla soddisfazione per la vita (48,3%), il Centro una quota intermedia (42,7%) e il Mezzogiorno la quota minore (39,8%). Nel 2020, l’89,7% delle persone di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo.
Solo una quota residuale, l’1,5%, giudica questo tipo di relazioni per niente soddisfacente.
L’impatto iniziale della pandemia non incide sulla soddisfazione per la salute. Sul proprio stato di salute l’81,6% degli individui di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatti). Nel complesso, la soddisfazione per questo aspetto della vita diminuisce al crescere dell’età e raggiunge il minimo nella classe dei 75enni e più (56,9%).
La maggioranza delle famiglie giudicano invariata la propria situazione economica rispetto all’anno precedente (62,8%), tuttavia si registra un calo della percezione di stabilità (65,2% nel 2019) e un aumento di quella di peggioramento (29,1% rispetto a 25,7% del 2019).
I dati del 2020 mostrano come la cautela sia ancora l’atteggiamento prevalente. Alla domanda se ci si possa fidare della maggior parte delle persone oppure bisogna stare molto attenti, il 75,3% delle persone risponde che “bisogna stare molto attenti” mentre il 23,2% è orientato a un atteggiamento di fiducia.