
Gli italiani dimostrano di comprendere l’importanza della prevenzione, ma troppo spesso questa consapevolezza non si traduce in azioni concrete. Secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di Nomisma per UniSalute, l’85% dei cittadini ritiene fondamentale monitorare regolarmente la propria salute, ma solo il 50% effettua controlli con costanza.
Le donne sono leggermente più attente (53% contro il 48% degli uomini), ma i dati rivelano comunque un preoccupante ritardo culturale e pratico. Un intervistato su cinque non ha mai eseguito un esame cardiologico, mentre il 47% non si è mai sottoposto a una visita dermatologica per il controllo dei nei. Sul fronte femminile, più di una donna su quattro (28%) non consulta un ginecologo da almeno tre anni, e il 34% non ha mai fatto un’ecografia al seno, nonostante le raccomandazioni mediche.
Le ragioni di questa inerzia sono molteplici: oltre alla mancanza di sintomi (52%), incidono i lunghi tempi d’attesa (34%) e i costi delle prestazioni (32%). C’è anche una componente psicologica: il 14% degli intervistati ammette di evitare i controlli per paura di diagnosi negative. Chi invece si è sottoposto a visite recentemente lo ha fatto principalmente per iniziativa personale (33%) o per sintomi evidenti (29%), rivolgendosi al servizio pubblico (50%) o a strutture private (46%), spesso in convenzione con il SSN.
Il sistema sanitario, anche alla luce di questi dati, è chiamato a semplificare l’accesso agli screening, soprattutto per le fasce più fragili, dove il ritardo diagnostico può avere conseguenze gravi.