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L'osservatorio di Segugio.it evidenzia a luglio 2023 incrementi dei prezzi Rc Auto di oltre il 20%, eccezione solo al Sud dove sono stati mediamente più bassi. Tra i grandi centri colpiti in particolare Milano (+33,9%), Bari (+29,9%) e Bergamo (+26,3%).
La relazione annuale Ania, pubblicata a luglio 2023, ha evidenziato un 2022 in perdita per le compagnie assicurative del ramo Rc Auto. Dopo anni di risultati positivi, il saldo tecnico del lavoro diretto - differenza tra premi incassati, costi per incidenti (sinistri) e spese di gestione - ha chiuso con una perdita pari a 318 milioni di euro.
Se tra 2016 e 2019, i guadagni delle compagnie sono rimasti stabili, seppur leggermente in calo, passando da 196 a 144 milioni di euro; l'arrivo della pandemia, il crollo della circolazione e di conseguenza degli incidenti, ha portato invece importanti guadagni al settore che ha registrato un saldo di quasi 1,3 miliardi nel 2020 e di 389 milioni nel 2021.
Nel 2022 il ritorno alla normale circolazione ha portato ad un aumento del numero di incidenti ed è esploso il costo dei sinistri, a causa dell'attuale contesto macroeconomico caratterizzato da inflazione, difficoltà a reperire ricambi e maggiori costi per il risarcimento delle lesioni personali, generando una perdita per gli operatori di oltre 300 milioni di euro.
La conseguenza di questa perdita è stato un progressivo aumento dei prezzi da parte delle compagnie. Infatti, l'Osservatorio Assicurativo di Segugio.it ha registrato a luglio un premio medio di 437,6 euro, in crescita del 21% sullo stesso mese dell'anno precedente e del 4% su giugno 2023. Gli aumenti superano il 20% su tutto il territorio, con picchi del 24,7% al Nord e del 24,5% al Centro, con l'eccezione del Sud che in media registra un +11,7%.
Spostando l'attenzione sulle province più abitate si nota lo stesso trend evidenziato in precedenza, con aumenti dei prezzi delle assicurazioni auto più marcati al Nord e al Centro con Milano +33,9%, Bergamo (+26,3%), Brescia (+25,6%), Torino (+25,4%) e Roma (+25,3%). Tra le province del Sud, con l'eccezione di Bari, gli aumenti sono più contenuti e sotto la media nazionale: Palermo (+18,2%), Catania (+16,7%), Napoli (+15%) e Salerno (+6,2%).