
Entro il 2028 il mercato automobilistico italiano vedrà l’ingresso di ben 27 nuovi marchi, con una netta predominanza di quelli cinesi, che rappresenteranno il 90% del totale. Questo cambiamento è già in atto: nel primo trimestre del 2025, infatti, le auto di nuovi brand cinesi hanno raggiunto una quota di mercato del 5,8%, in crescita rispetto al 3,7% del 2024 e allo 0,4% del 2021, come evidenziato dal New Brand Observatory di Quintegia presentato all’Automotive Dealer Day di Verona.
Tra il 2021 e il 2024, sono entrati in Italia 18 nuovi marchi, mentre altri 9 sono attesi nei prossimi anni, a fronte di un totale di 43 nuovi brand previsti nei principali mercati europei, con l’Italia che però mostra un crescente interesse: il 49% dei concessionari italiani oggi guarda con attenzione ai nuovi marchi, rispetto al 36% dello scorso anno.
L’offerta di questi brand si concentra soprattutto sui segmenti SUV C e D, con una decina di modelli disponibili in Italia, mentre i segmenti A e B restano meno presidiati, anche dai costruttori tradizionali.
Si tratta di uno scenario che sta influenzando le scelte dei consumatori: il 44% degli acquirenti è disposto a valutare marchi emergenti, percentuale che sale al 74% tra i giovani della Generazione Z.
Tra i brand cinesi già affermati in Italia spiccano MG, di proprietà del gruppo Saic, che nel primo trimestre 2025 ha conquistato da sola il 3,5% del mercato, e Byd, con lo 0,9%. Altri marchi importanti sono DR, con modelli come Evo e Tiger, Omoda e Jaecoo (entrambi legati a Chery), Lynk&Co e Polestar (gruppo Geely), Emc (Eurasia Motor Company con Intergea), Leapmotor (in collaborazione con Stellantis) e diversi brand legati a Dongfeng. Alcuni marchi come Nio, con i sub-brand Onvo e Firefly, non sono ancora sbarcati in Italia, così come VinFast dal Vietnam, Togg dalla Turchia e Ebro dalla Spagna. Il New Brand Observatory sottolinea inoltre un impatto rilevante sulla rete distributiva: in Italia ci sono oltre 800 punti vendita di nuovi brand, più che in Germania e Regno Unito, con oltre 400 imprenditori italiani che rappresentano questi marchi emergenti, spesso in portafogli multibrand e multiconstructor che superano il 75%.
Il cambiamento è evidente: mentre nel 2015 i concessionari gestivano in media due marchi, oggi arrivano a 3,5, e un concessionario su tre dei brand tradizionali rappresenta anche almeno un marchio emergente.
Questa massiccia ondata di nuovi marchi cinesi non solo sta modificando la composizione del mercato automobilistico italiano, ma sta anche cambiando il volto della rete di vendita e le preferenze dei consumatori, con un’attenzione crescente verso modelli elettrici e ibridi, in particolare tra le nuove generazioni.