
“Gli Stati membri possono vietare e sanzionare penalmente l’esercizio illegale dell’attività di trasporto nell’ambito del servizio Uberpop senza notificare in via preventiva il progetto di legge alla Commissione Ue", perché "il servizio Uberpop rientra nel settore dei trasporti" e non in quello dei servizi digitali che richiederebbe invece una notifica in base alla direttiva “società dell’informazione”.
Lo ha stabilito l’avvocato generale della Corte di Giustizia Ue, Maciej Szpunar, nella causa che vede Uber contro il Governo francese.
Uber Francia sostiene che la normativa francese in forza della quale è perseguita, sia una regola tecnica che riguarda direttamente un servizio della “società dell’informazione”, e come tale deve rispettare l’obbligo di notifica imposto dalla direttiva del settore. Ma l’avvocato generale rigetta le argomentazioni di Uber, che secondo lui “rientra nel settore dei trasporti e non costituisce pertanto un servizio della società dell’informazione”. L’avvocato spiega che "indipendentemente dalla questione se il servizio offerto da Uberpop rientri o meno nella direttiva, gli Stati membri possono vietare e sanzionare l’esercizio illegale di un’attività di trasporto come quella di Uberpop senza essere tenuti a notificare previamente il progetto di legge alla Commissione”.