
Si è aperta ufficialmente la negoziazione tra le segreterie nazionali dei sindacati e Verti Assicurazioni che nei mesi scorsi aveva annunciato 325 esuberi sui 605 dipendenti complessivi.
Una ristrutturazione pesante che investirà un’azienda che nel 2015 visse una situazione simile con centinaia di uscite e il passaggio da DirectLine al gruppo assicurativo spagnolo Mapfre.
I sindacati Fisac Cgil, First Cisl, Fna, Snfia e Uilca cercano alcuni punti di condivisione con l’azienda. La premessa è “la dichiarata volontà del Gruppo Mapfre di considerare l’Italia tra i 9 Paesi strategici in cui operare e rafforzare la presenza, prevedendo investimenti”.
Si chiede così “un piano d’impresa per i prossimi 3 anni, che vada nella direzione dell’innovazione tecnologica e della diversificazione del canale distributivo”. Oltre che sul futuro, la vertenza dovrà concentrarsi sulla tenuta occupazionale. A novembre l’azienda aveva annunciato l’esternalizzazione della struttura contact center e back office, ridimensionando gli altri settori e spingendo sul business digitale. “Una misura inaccettabile. Si tratta di lavoratori che hanno una media di 45-47 anni, in prevalenza donne, a cui non potrebbe neanche essere garantito uno scivolo verso il prepensionamento”, spiega la Rsu.
I sindacati chiedono quindi a Verti di attivare una serie di strumenti per garantire “una logica di equilibrio”: si va dagli incentivi all’esodo al ricollocamento stabile presso imprese che fanno parte dell’universo dei fornitori di Verti fino “alla riconsiderazione, rispetto alle dichiarazioni iniziali, del volume complessivo di attività da collocare all’esterno, mantenendo attività di core business all’interno”.
L’auspicio di tutti è che si possa raggiungere in tempi rapidi a una soluzione condivisa.