Secondo l’indagine Quarterly Deal Performance Monitor (QDPM) di Willis Towers Watson, con dieci operazioni completate, per il secondo trimestre consecutivo il numero di mega deal M&A (del valore di oltre 100 milioni di dollari) ha raggiunto un nuovo massimo storico. Questo a fronte di cinque deal conclusi nello stesso periodo del 2015 e in un contesto di calo generale dei volumi di M&A durante il periodo.
L’indagine, realizzata in collaborazione con la Cass Business School, rivela inoltre che gli acquirer hanno continuato a ottenere ottimi rendimenti finanziari, continuando la corsa che prosegue ininterrotta con quattordici trimestri consecutivi di sovraperformance e che ha visto deal-makers restituire un sovraperformance di mercato di 7,3 punti percentuali (pp); rispetto al 5.3pp del trimestre precedente.
Andrea Scaffidi, Senior Consultant di Willis Towers Watson Italia, afferma: “Rispetto alla fine dello scorso anno registriamo un marcato rallentamento dei volume delle operazioni di M&A; tuttavia l'elevato numero di mega deal conclusi nel trimestre mostra una continua fiducia dei grandi acquirer e tempi più lunghi per la conclusione di grandi operazioni.
A livello regionale, con 88 operazioni completate nel 2° trimestre 2016 rispetto alle 119 nel corrispondente trimestre del 2015, registriamo un significativo calo dei volumi in Nord America. Anche Asia ed Europa hanno registrato un calo in egual misura con rispettivamente 58 e 34 operazioni completate nel secondo trimestre rispetto alle 79 e 43 nello stesso periodo del 2015.
Gli acquirer asiatici hanno mantenuto il primo posto riguardo i rendimenti delle operazioni con una sovraperformance del 22.8pp sopra l'indice regionale. Seguono gli acquirer europei che hanno sovraperformato di 5.9pp il loro indice regionale, e quelli del Nord America che hanno sovraperformato il loro indice in 2.2pp, la prima sovraperformance per la regione dal terzo trimestre 2015.
Andrea Scaffidi prosegue: “La diminuzione del volume dei deal in Nord America potrebbe indicare la fine dell’ondata di M&A, ma potrebbe anche riflettere l’incertezza che l'attuale campagna elettorale presidenziale degli Stati Uniti sta creando. L’indagine, condotta a livello periodico, mostra un’evidente correlazione tra gli anni delle elezioni e una sottoperformance del settore M&A, è quanto avvenuto anche nel 2012 e nel 2008. È quindi discutibile se il calo dei volumi sia significativo o solo un riflesso del clima economico corrente nella regione".
La ricerca mostra anche che le performance di deal domestici, intra-regionali e cross sector sono significativamente aumentate rispetto allo scorso trimestre, con rispettive out-performance del 12,1 pp, 10,6 pp e il 13,9 pp. Dal punto di vista settoriale vi è una sovraperformance nei confronti di tutti i rispettivi indici di settore ad eccezione dell’ Energy & Power e delle telecomunicazioni.
“Per l’M&A è stato un trimestre particolarmente interessante da differenti punti di vista. In una ampia gamma di settori industriali sono state completate con successo differenti operazioni, allontanandosi dalla dipendenza da settori dominanti come quello farmaceutico. I dati mostrano anche un forte nucleo di alte prestazioni M&A in particolare attraverso offerte domestiche, intra-regionali e intersettoriali. E così mentre resta sospeso il giudizio se stiamo o meno assistendo a una fase di declino del mercato, il tema più importante che segnaliamo in questa indagine è la sovraperformance degli acquirer nei confronti degli indici globali, regionali e settoriali. Il prossimo trimestre sarà cruciale; se il volume di deal rimarrà agli stessi livelli vuol dire che avremo superato il punto massimo, ma finché non accade resta la domanda: “L’attività di M&A sta solo registrando una pausa o siamo ai massimi?”.
La metodologia del QDPM di Willis Towers Watson
- L’analisi è condotta dalla prospettiva dell’acquirente.
- L’andamento dei prezzi all’interno dello studio trimestrale è misurato come variazione percentuale del prezzo delle azioni da sei mesi prima della data di annuncio alla fine del trimestre.Non sono stati considerati acquisti di minoranza: tutte le operazioni in cui l'acquirente dopo l'acquisizione possedeva una quota inferiore al 50%. Tutte le operazioni in cui l’acquirente possedeva più del 50% del target share prima che l’acquisizione non sono state considerate.
- La ricerca considera solo le operazioni di M&A completate con un valore minimo di 100 milioni di dollari.
- I dati utilizzati sono di Thomson Reuters.