Mutui
Se non ci saranno sorprese, la Bce dovrebbe fermare la corsa ai rialzi, e questo vorrebbe dire che a fine anno l’aumento sulle rate dei mutui variabili italiani si fermerà a +294 euro rispetto a gennaio 2022 (+64%).
Nel secondo trimestre del 2023 il tasso medio applicato alle famiglie sui nuovi mutui a tasso fisso per l'acquisto di abitazioni è risultato del 4,32%, con minime differenze tra le singole aree territoriali. In particolare, il tasso più elevato si è registrato nel Nord-Est con il 4,40%, seguito dal 4,35% nelle Isole, 4,31% nel Nord-Ovest, 4,30% nel Sud. Il livello più basso si è riscontrato nel Centro con il 4,27%.
É tempo di bilanci per molte famiglie italiane, già oggi costrette a fare i conti soprattutto in previsione di un autunno che si preannuncia “caldo” dal punto di vista dei prezzi. Facile.it e Consumerismo No profit hanno analizzato le principali voci di spesa familiare per capire quali siano quelle cresciute di più nell’ultimo anno e quali quelle che potrebbero aumentare ulteriormente nei prossimi mesi. Dai mutui ai prestiti, dalle bollette alla benzina, l’assicurazione auto, la telefonia, il carrello della spesa, l’ortofrutta, i trasporti e il turismo, ecco cosa è emerso.
Come si comporterà la Bce durante la riunione di giovedì 14 settembre? Due gli scenari più probabili secondo gli esperti di Facile.it e Mutui.it. Da un lato l’ipotesi che la Banca Centrale Europea si prenda una pausa dagli aumenti, che si tradurrebbe in uno stop al rialzo delle rate dei mutui variabili. Dall’altro l’ipotesi di un ulteriore incremento di 25 punti base, che porterebbe la rata di un mutuo medio a tasso variabile a sfiorare i 760 euro, vale a dire il 66% in più rispetto all’inizio del 2022.
Continua nel secondo trimestre 2023 la rapida crescita degli indici di riferimento Euribor avviatasi a inizio 2022 con impatti sulla tipologia di tasso preferita da privati e famiglie che, nel momento della scelta, tornano a optare in massa per i mutui a tasso fisso nel 97% dei casi.
L’aumento dei tassi di interesse pesa sulle tasche degli italiani che hanno sottoscritto un mutuo variabile, con incidenza diversa nelle aree del Paese.
Quasi 1 milione di famiglie italiane non riesce a pagare le rate del mutuo. L’aumento del costo del denaro, l'incremento dei tassi e la corsa dell'inflazione riducono il reddito disponibile e mettono in difficoltà i clienti delle banche nel rispettare le scadenze relative ai finanziamenti, denuncia uno studio della Fabi che stima in circa 15 miliardi di euro il buso di rate non pagate.
Non si ferma la corsa dei tassi su mutui e prestiti a imprese e famiglie, sull’onda della stretta monetaria imposta dalla BCE.
Se, come previsto, il 15 giugno la BCE dovesse annunciare un ulteriore rialzo del costo del denaro di 25 punti base, secondo le simulazioni di Facile.it l’aumento dei tassi potrebbe portare a un rincaro della rata dei mutui fino a quasi 275 euro rispetto all’inizio dello scorso anno (+60%). E la corsa dei tassi potrebbe non essere finita visto che, secondo le aspettative di mercato, il picco dell’Euribor verrà raggiunto a settembre prossimo. Per l’analisi il comparatore ha preso in esame un finanziamento a tasso variabile da 126.000 euro con piano di restituzione in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022.
Le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 12.855 milioni di euro nel quartotrimestre 2022. “Rispetto allo stesso trimestre del 2021 si registra una diminuzione delle erogazioni pari a -16,7 %, per un controvalore di oltre 2.580 milioni di euro”, afferma Renato Landoni, presidente di Kìron Partner. “È quanto emerge dai dati riportati nel report Banche e istituzioni finanziarie - IV trimestre 2022 pubblicato da Banca d’Italia nel mese di marzo”.
Secondo quanto dichiarato da Christine Lagarde, il 16 marzo la BCE dovrebbe procedere ad un nuovo aumento del costo del denaro il che, per chi ha un mutuo medio a tasso variabile, potrebbe tradursi in un incremento di 35 euro sulla rata del finanziamento. In soli 14 mesi, quindi, il rincaro arriverebbe a circa 237 euro, vale a dire il 52% in più rispetto alla rata originale.
Nel 2022 i mutui green ad elevato loan-to-value (finanziamento oltre l’80% del valore dell’immobile) sono arrivati a sfiorare il 10% del totale delle erogazioni.
L’aumento del costo del denaro determinato dalla stretta monetaria avviata dalla Bce si fa sentire in maniera pesante sulle tasche degli italiani.
La pesante inflazione e la crisi energetica che stanno caratterizzando questo periodo, nonostante gli interventi di supporto stanziati dal Governo, tende sempre di più a ridurre il potere di acquisto delle famiglie. La situazione è ancora più grave per coloro che hanno comprato un’abitazione con un mutuo a tasso variabile, visto il repentino incremento dei tassi di riferimento effettuato proprio percontrastare il fenomeno inflazionistico.
Banco Desio e della Brianza, moderno Gruppo Bancario multiprodotto con oltre 200 filiali sul territorio nazionale, e Qualis Credit Risk, agenzia di sottoscrizione specializzata nella sottoscrizione del rischio di credito all’interno del gruppo assicurativo AmTrust International, hanno sottoscritto un accordo per offrire mutui residenziali fino al 95% del valore dell’immobile.