Tasse
La fiscalità che oggi grava sull'auto è totalmente focalizzata sulla proprietà del bene e non tiene conto dell'evoluzione da tempo in atto nella mobilità, sempre più orientata all'uso, a partire dagli oltre 1,3 milioni di veicoli a noleggio che ogni anno percorrono 31 miliardi di km.
La Cgia, piccola associazione di artigiani e padroncini del Nordest, si scaglia contro i giganti del Web che, a differenza delle nostre Pmi, continuano a fare ricavi da capogiro, senza versare al fisco quanto dovuto. Sino alla fine dell’anno scorso, infatti, hanno continuato a trasferire buona parte degli utili ante imposte realizzati in Italia nei paesi a fiscalità di vantaggio.
Il Governo sta lavorando alla manovra fiscale, ma quanto ne sanno gli italiani di questo argomento? Secondo l’indagine commissionata da Facile.it agli istituti mUp Research e Norstat, 7 rispondenti su 10 hanno dichiarato di essere informati sui provvedimenti allo studio dell’esecutivo anche se, ad un’analisi più approfondita, emerge che più di un rispondente su due (54,2%) ha in realtà una conoscenza superficiale e, addirittura, più di 11 milioni di italiani dichiarano di non saperne praticamente nulla.
20 miliardi di euro in meno di tasse, la ricetta della CGIA per rilanciare l’economia italiana. A suggerirlo è uno studio dell’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, che stima necessario un taglio della pressione fiscale di almeno 3-4 punti percentuali per far ripartire i consumi.
Il carico fiscale complessivo delle PMI italiane si attesta al 59,1% dei profitti, mentre i colossi del web presenti in Italia, possono vantare un tax rate del 33,1%.
Per chi paga correttamente tutte le tasse la pressione fiscale reale è al 48%. Lo calcola l’ufficio studi della Cgia, aggiungendo che si tratta di quasi 6 punti in più rispetto al dato ufficiale, che nel 2018 si è attestato al 42,1%.
L’Ufficio studi della Cgia ha misurato gli effetti fiscali sulle imprese di ogni singolo articolo presente nel disegno di legge di Bilancio., rilevando che nel 2019 l’applicazione del disegno di legge di Bilancio comporterà alle aziende italiane un aggravio di gettito di 6,2 miliardi, di cui 4,5 miliardi circa in capo alle imprese non finanziarie e quasi 1,8 miliardi a carico di banche e assicurazioni.
E alla fine il prezzo più alto della manovra stanziata dal Governo lo pagheranno le banche e le assicurazioni. Le tabelle del documento sulla Manovra inviato dal governo italiano a Bruxelles indicano un impatto fiscale complessivo da 4 miliardi di euro a carico di banche e assicurazioni.
Con il Governo Renzi, la tassazione sulle famiglie e sulle imprese è aumentata o diminuita? Per dare una risposta l’Ufficio studi della CGIA ha analizzato tutti i provvedimenti normativi che recano interventi di riduzione o di inasprimento delle tasse e dei contributi fiscali approvati da Renzi in questo primo anno e mezzo di governo.
Famiglie italiane sempre più appesantite dalle spese obbligatorie, come tasse, affitto o mutuo, bollette e assicurazioni.
Gli Studi di Settore nel 2013 sono stati applicati a circa 3,6 milioni di soggetti (di cui il 65% persone fisiche), con una lieve diminuzione (-0,8%) rispetto all’anno precedente. Il reddito totale dichiarato, pari a 98 miliardi di euro, mostra una variazione negativa (-1,8% rispetto al 2012) che riflette principalmente gli andamenti ciclici registrati nel 2013, anno in cui il PIL è calato dell’1,7% in termini reali rispetto all’anno precedente (-0,4% in termini nominali).
Negli ultimi 15 anni è raddoppiato il numero di contribuenti che utilizzano il modello 730. Secondo una rilevazione della Cgia di Mestre, se nel 1999 erano poco più di 11.650.000, quest’anno sfioreranno i 20 milioni. Lo rileva la Cgia a 10 giorni dalla possibilità di presentare online la dichiarazione dei redditi.
Secondo le rilevazioni di Istat nel quarto trimestre 2014 la pressione fiscale è aumentata dello 0,1%, arrivando a quota 50,3%.
Lo Stato incasserà nel 2014 dal pagamento delle polizze Rc Auto imposte per un totale di 3,8 miliardi di euro. Secondo le analisi di Facile.it, su ogni versamento fatto alle compagnie il peso delle tasse incide fino al 26,5%.
I lavoratori italiani lasciano al fisco la metà del loro stipendio. Secondo il rapporto annuale di Eurispes nei paesi Ocse il peso dei tributi e contributi sulla busta paga si ferma a poco più di un terzo (35,6%), ma in Italia si arriva al picco del 47,6%, in controtendenza rispetto alla media delle altre economie.