Povertà
Secondo il report di Istat sull'andamento della povertà in Italia, nel 2023 sono stati rilevati poco più di 2,2 milioni di nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta (8,4% sul totale delle famiglie residenti, valore stabile rispetto al 2022) e quasi 5,7 milioni di individui (9,7% sul totale degli individui residenti, come nell'anno precedente).
Il 60,5% degli italiani pensa oggi di appartenere alla categoria del cosiddetto ceto medio che non rappresenta solo un’appartenenza reddituale, quanto una condizione di identità sociale percepita. Circa la metà, il 48,8% del campione, vive nel timore di una regressione e di cadere in povertà, mentre il 74,4% vive nella convinzione che l’ascensore sociale verso i piani alti sia bloccato. È quanto emerge dal Rapporto CIDA-Censis “Il valore del ceto medio per l’economia e la società”, commissionato dalla Confederazione Italiana dei Dirigenti e delle Alte Professionalità e presentato in un convegno alla Camera.
Nel 2023 l’incidenza della povertà assoluta è dell’8,5% tra le famiglie del nostro Paese (8,3% nel 2022) e al 9,8% tra gli individui (9,7% nel 2022), in un quadro di “sostanziale stabilità” rispetto al 2022. Secondo la stima preliminare dell’Istat, si tratta di oltre 2 milioni 234mila famiglie, per un totale di circa 5 milioni 752mila individui.
Secondo il rapporto Termometro Altroconsumo 2023 la capacità di spesa delle famiglie italiane continua a essere debole e le prospettive per il 2024 sono in peggioramento. Una famiglia italiana su 10 risulta in gravi difficoltà economiche nell'affrontare le spese quotidiane. Il peggioramento più evidente rispetto al 2022 lo si registra per le spese relative a salute e alimentazione.
Qualche anno fa li venivano appellati come “bamboccioni”, giovani italiani coccolati e protetti in famiglia che restavano a vivere con papà e mamma fino a ben oltre la maturità. Un termine spregiativo che però non ha mai fatto i conti con le problematiche economiche dei giovani italiani che, generalmente, stanno molto peggio rispetto alla maggior parte dei coetanei europei.
Secondo un’analisi effettuata dall’Ufficio studi Cgia sugli ultimi dati disponibili del Rapporto Oipe 2020, le famiglie italiane a rischio povertà energetica sarebbero circa 4 milioni. Ciò significa che il rischio riguarda oltre 9 milioni di persone.
L’impatto del Covid ha ridotto di un quinto la capacità di reagire agli shock. È quanto rileva la terza edizione del Resilience Index pubblicato dallo Swiss Re Institute. Si tratta di una classifica elaborata insieme alla London School of Economics che misura la capacità dei diversi Paesi di reagire a improvvisi eventi avversi attraverso il calcolo combinato di 10 diversi fattori (efficienza mercato del lavoro, deficit pubblico, penetrazione assicurativa, capitale umano, emissioni di Co2, diseguaglianze economiche, etc).
Secondo le stime dell’Istat nel 2020 sono oltre 2 milioni le famiglie in povertà assoluta (il 7,7% del totale) per un numero complessivo di oltre 5,6 milioni di individui, in significativo aumento rispetto al 2019 quando l’incidenza era pari al 6,4%.
Baratro povertà assoluta per altri 2,1 milioni di famiglie a causa del coronavirus. Lo rileva il nuovo Focus realizzato da Censis e Confcooperative dal titolo “Covid, da acrobati della povertà a nuovi poveri”. Sono i lavoratori che durante il lockdown hanno visto crollare all’improvviso il loro reddito andando a ingrossare la sacca di povertà assoluta”.
Nel corso del 2019, circa 473.000 cittadini in povertà non hanno potuto comprare farmaci necessari a curarsi per problemi economici.
L’82% dell’incremento di ricchezza netta registrato tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato all’1% più ricco della popolazione globale, mentre a 3,7 miliardi di persone che costituiscono la metà più povera del mondo non è arrivato un solo centesimo.
Un italiano su 3 tra i 25 e i 64 anni ritiene che la pensione sia sinonimo di ristrettezze economiche e uno su 4 (il 26%) si dice pronto a trasferirsi all’estero per trascorrerla meglio, mentre in molti sognano un “buen retiro” in Spagna o magari ai Caraibi.
Nel 2015 il 28,7% delle persone residenti in Italia è a rischio povertà o esclusione sociale. Secondo la definizione della Strategia Europa 2020 si trovano, cioè, almeno in una delle seguenti condizioni: rischio di povertà, grave deprivazione materiale, bassa intensità di lavoro.