Secondo i risultati di un recente studio accademico, intitolato Into the Web of Profit i proventi dell’attività annuale di cyber crime sono stimati in un range che va da 80 a 200 miliardi di dollari. Un mare di denaro illegale che viene regolarmente riciclato sui mercati di tutto il mondo.
Dallo studio condotto da. Mike McGuire, senior lecturer in Criminology presso l’inglese Surrey University, emerge che per riciclare il denaro sporco i cyber criminali utilizzano principalmente le monete virtuali. Tuttavia, il Bitcoin non pare godere del favore dei criminali che preferiscono valute virtuali che proteggono maggiormente l’anonimato.
Un altro dei canali maggiormente utilizzati riguarda il settore del gaming, con la Cina e la Corea del Sud nel ruolo di centrali di smistamento del denaro che viene poi destinato al gioco e alle scommesse. In particolare, vengono utilizzate tecniche di micro-riciclaggio con una miriade di piccole operazioni in modo da aggirare le norme sul riciclaggio.
Se il canale preferito per il lavaggio del denaro sporco è rappresentato dalle criptovalute, una volta portata a termine l’operazione il denaro viene principalmente utilizzato per effettuare acquisizioni sul mercato immobiliare. Secondo lo studio circa il 25% delle operazioni immobiliari a livello globale saranno effettuate tramite criptovalute nell’arco di pochi anni.