Se da un lato gli assicuratori francesi incassano la fiducia dei consumatori, non mancano le minacce, a partire dal canale bancario che sembra avere inserito il turbo nel segmento danni.
Si sa che quando un cliente stipula una polizza, acquista una promessa. La promessa che in caso di danno, l’assicuratore provvederà ad aiutarlo e risarcirlo in maniera adeguata. Il concetto di fiducia è quindi centrale e questo è ciò che ha misurato Deloitte con lo studio “I francesi e il loro assicuratore”. Secondo questo sondaggio condotto tra 3000 assicurati di età pari o superiore a 25 anni, il 78% dei francesi si fida del proprio assicuratore principale, cioè con l’assicuratore con il quale hanno sottoscritto la maggior parte dei contratti, sia che si tratti di una compagnia assicurativa, una mutua o un bancassicuratore.
Anaïs Breger, direttore assicurativo di Deloitte, ha detto che “solo il 65% dei clienti afferma di fidarsi della propria banca, ovvero 13 punti in meno rispetto agli assicuratori", ha dichiarato Anaïs Breger, direttore assicurativo di Deloitte.
Non è tutto. Secondo lo studio, il 79% degli intervistati è soddisfatto del proprio assicuratore principale e il 77% è pronto a raccomandarlo. Gli assicurati sono inoltre fedeli: più del 50% di intervistati ha una polizza casa e auto con lo stesso assicuratore da oltre 10 anni e solo l’11% prevede di risolvere un contratto assicurativo nei prossimi sei mesi.
Tuttavia, va anche detto che forse non sono solo rose e fiori. Se l’immagine degli assicuratori appare così nitida è probabilmente dovuta al fatto che gli assicurati non hanno grandi attese e pertanto hanno poche opportunità di essere delusi.
Ad esempio, il 68% dei francesi non è stato contattato dal proprio assicuratore negli ultimi due anni. E quasi i due terzi degli assicurati non vanno mai o quasi mai in agenzia se non su appuntamento per rinnovare la polizza. “Il nostro sondaggio mostra quindi che l’attaccamento al consulente non è così solido”, aggiunge Hugues Magron, partner di Deloitte.
La mancanza di relazione sembra essere in stretta correlazione con la professione di assicuratore. Del resto, per le assicurazioni sulla casa si ha mediamente un sinistro ogni cinque anni, che sale a un sinistro ogni otto anni per le polizze auto. È naturale che un individuo abbia molte più occasioni di relazionarsi con la propria banca (informazioni sulle transazioni, aumentare i limiti di spesa, accendere un mutuo, ecc.). Secondo Deloitte sono le banche la vera minaccia per le compagnie di assicurazioni. Banche che stanno puntando in maniera decisa sulla vendita retail di polizze danni.
Per contrastare questa concorrenza, le compagnie assicurative e le mutue devono “rafforzare la loro capacità di analisi della vita degli assicurati acquisendo più dati”, afferma Hugues Morgon.
Uno dei modi per raggiungere questo obiettivo per i player tradizionali è di formare partnership con le startup di insurtech.
L’insurtech deve essere visto come un alleato dai player tradizionali e non come una minaccia, anche se lo studio indica che il 61% dei francesi non si fida ancora delle nuove startup tecnologiche. Ad esempio, il 66% degli intervistati teme che i contratti e i sinistri vengano gestiti male e il 71% teme che i loro dati vengano utilizzati per scopi diversi dall’assicurazione senza esserne informati.