
Gli italiani dimostrano una maggiore attenzione alla propria privacy e hanno preso confidenza con l’utilizzo di piccole accortezze per navigare sul web in maniera più sicura, ma complessivamente, per quanto riguarda le competenze digitali e la conoscenza del linguaggio informatico la strada da percorrere è ancora lunga.
È un quadro in bianco e nero quello tratteggiato da Boole Server, azienda specializzata nella protezione di file aziendali, in occasione dell’ultima edizione della Milano Digital Week, durante la quale ha organizzato nella propria sede milanese un incontro sulla cyber security.
Dall’analisi dei risultati di un questionario, è emerso che i cittadini prestano maggiore attenzione alla tutela dei propri dati personali durante la navigazione online, sia da computer che da dispositivi mobili, se pure con qualche eccezione.
Alla luce delle risposte fornite, le donne sembrano più virtuose dichiarando di utilizzare password differenti per account diversi, ma ammettono anche di memorizzare le stesse su cellulari, note o agende. Quanto agli uomini, la metà di coloro che hanno risposto al questionario ha detto di utilizzare la stessa password per account diversi, mentre l’altra metà ha affermato di affidarsi a un apposito generatore di password.
Un segnale positivo arriva in merito al rischio di phishing. La quasi totalità degli intervistati ha infatti risposto di controllare scrupolosamente il mittente delle mail prima di accedere al contenuto.
Non conosce vie di mezzo, invece, il rapporto dei cittadini con le reti Wi-Fi pubbliche: se metà degli intervistati dice di nutrire una profonda diffidenza per questo genere di rete ed evita di collegarvisi, l’altra metà pur di navigare accetta tutte le policy senza leggere la relativa informativa.
Diversa la percezione, in termini di tutela dai rischi, tra il PC e il telefono cellulare. La maggior parte degli intervistati ha dichiarato di non effettuare il log-out dai propri account su mobile in caso di momentanea sospensione dell’utilizzo del proprio dispositivo, affidando la difesa dell’accesso fraudolento al proprio smartphone a sistemi di blocco tramite riconoscimento facciale, impronta digitale o password.
Diverso lo scenario sulla comprensione del linguaggio informatico di base: sulle risposte a domande relative a cookies, protocolli HTTP e HTTPS, c’è ancora molto lavoro da fare.