Nel 2013 l’economia turca ha registrato una forte crescita pari al 4% grazie al dinamismo della domanda interna. I consumi e gli investimenti hanno contribuito alla crescita annuale rispettivamente di 3,7 e 1,1 punti. Le esportazioni nette hanno pesato per 2,3 punti sul tasso di crescita, mentre la forte domanda interna ha stimolato le importazioni. Il prezzo elevato delle derrate alimentari, il vigore della domanda interna e il forte deprezzamento della lira a fine 2013 hanno provocato un’inflazione salita a 7,4%, al di sotto dell’obiettivo del 5% della Banca Centrale.
In previsione delle elezioni presidenziali del prossimo agosto, Coface mostra prudenza nel valutare il rischio imprenditoriale in Turchia. Se le tensioni politiche aumenteranno nuovamente, come in dicembre e gennaio scorsi, gli investitori potrebbero abbandonare il paese favorendo la volatilità del mercato valutario. Una situazione che potrebbe influire negativamente sui titoli di debito estero delle imprese, già a un livello record.
Nel 2014, Coface prevede un rallentamento della crescita pari al 2% a causa dell’indebolimento della domanda interna a seguito dell’aumento dei tassi di interesse e delle restrizioni aventi lo scopo di frenare l’eccessiva crescita dei prestiti. Il tasso di disoccupazione dovrebbe subire un incremento a breve e medio termine, in concomitanza con il rallentamento dell’economia. Il forte deprezzamento della lira in dicembre e gennaio scorsi e l’aumento del costo dei prestiti creano dei rischi per il settore privato, provocando il rialzo dei costi di produzione e riducendo i margini di profitto.
Tenendo in considerazione tutti questi fattori, nel mese di marzo Coface ha posto sotto sorveglianza negativa la valutazione A4 della Turchia. «In tali circostanze, i rischi per il settore industriale, la cui attività dipende dalla domanda interna, saranno maggiori. I settori rivolti al mercato internazionale saranno più avvantaggiati beneficiando della ripresa europea, principale partner commerciale della Turchia, e della lira debole», spiega Seltem Iyigun, Economista di Coface per la Regione MENA.
Il rallentamento della domanda interna e l’aumento dei tassi di interesse potrebbero influire negativamente sul settore edilizio. Nel primo trimestre, la vendita di immobili ha resistito più del previsto con un calo del 6% rispetto allo stesso trimestre del 2013. Ad ogni modo, la quota di immobili finanziati da mutui ipotecari ha subito un calo del 30% nel corso del medesimo periodo. A breve e medio termine, l’incremento dei tassi di interesse potrebbe pesare sulle vendite. Ciò, a sua volta, potrebbe avere un impatto negativo sui settori che hanno un’attività strettamente legata a quella delle costruzioni, come le industrie del cemento, dei metalli, dell’acciaio, i componenti per elettrodomestici ecc…
Il deprezzamento della lira turca costituisce un vantaggio per i settori del tessile e dell’abbigliamento dal momento che i loro prodotti sono divenuti più competitivi rispetto a quelli dei loro concorrenti. Tali settori beneficiano già di competenze solide e di un vasto parco macchine tessili nonché della prossimità con i paesi europei, loro principali clienti. I primi dati mostrano che in Europa la ripresa ha sostenuto le esportazioni di prodotti tessili e abbigliamento provenienti dalla Turchia verso il Vecchio Continente. Stati Uniti e Unione Europa hanno in progetto la firma di un accordo di partnership commerciale e di investimento, investire in Europa dell’Est potrebbe rivelarsi quindi una strategia importante per i produttori turchi: potrebbero esportare verso gli Stati Uniti senza dover pagare i diritti di dogana. Nel 2014, le esportazioni dovrebbero compensare il rallentamento della domanda interna. La volatilità dei tassi di cambio e del prezzo delle materie prime rimane il rischio principale per questi settori. Gli sforzi impiegati nello sviluppo del marchio e in R&S rimangono dei punti essenziali per l’evoluzione di questi settori a medio e lungo termine.
Le restrizioni sui prestiti al consumo, l’aumento delle tasse e il deprezzamento della lira turca influiscono negativamente sulle vendite dell’industria automobilistica sul mercato nazionale. Le vendite di vetture particolari o utilitarie hanno subito un calo del 25% tra gennaio e aprile 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013. Tuttavia, la ripresa dei mercati europei e il deprezzamento della lira sosterranno le esportazioni, che hanno registrato un 4% anno su anno. Qualsiasi riduzione del carico fiscale consentirebbe al settore di beneficiare maggiormente del forte potenziale del mercato interno, un fattore significativo per migliorare le perfomance dell’export.