
L'Ania ha espresso una ferma posizione in merito al decreto legislativo sui rischi catastrofali, sottolineando che l'impianto normativo, che obbliga le imprese ad assicurarsi contro tali rischi, non deve subire modifiche. È quanto ha ribadito il presidente Giovanni Liverani in audizione presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, in quanto la stabilità della normativa è cruciale per ridurre l'esposizione delle imprese ai rischi e rafforzare il nostro sistema produttivo.
“L'impianto normativo esistente non deve essere in alcun modo modificato per consentire al mercato assicurativo e alle imprese di tutelarsi in modo efficace contro i rischi catastrofali. Le modifiche normative indebolirebbero questa protezione e creerebbero disuguaglianze tra le aziende che hanno già sottoscritto polizze e quelle che, invece, sono ancora in attesa di farlo”.
Liverani ha evidenziato come, nonostante un iniziale afflusso alle assicurazioni tra gennaio e febbraio 2025, ci sia stata una battuta d'arresto alla fine di marzo, coincidente con l'incertezza normativa generata dalla discussione sulla proroga dell'obbligo di sottoscrivere le polizze.
“La polizza non è una tassa occulta, ma uno scudo di protezione”, ha sottolineato il presidente di Ania, aggiungendo che le modifiche normative rischiano di creare confusione nel mercato e di compromettere gli sforzi già compiuti dalle imprese più responsabili.
Il decreto in esame prevede una proroga dell'obbligo di polizze catastrofali per le micro, piccole e medie imprese. Sebbene questa scelta sia stata definita “comprensibile”, Liverani ha evidenziato anche i rischi legati alla decisione, poiché proprio queste categorie di imprese sono le più vulnerabili agli eventi climatici estremi. “L'urgenza di proteggere le aziende rimane, ed è fondamentale che le micro e piccole imprese non attendano l'ultimo momento per cercare soluzioni assicurative”, ha concluso. Ania ha già rilasciato le proprie FAQ in merito ai requisiti e criteri necessari per ottemperare alla legge, nonostante permangano alcuni dubbi tra le associazioni di categoria.