Rischi Catastrofali
Il gap di protezione assicurativa contro i rischi di catastrofi naturali non è un problema solo italiano e il G7 finanze di Stresa, riferisce Radiocor, ne ha preso atto. È stato infatti varato un “High-Level Framework for Public-Private Insurance Programmes against Natural Hazard”, sigla che indica una “guida rapida” utile a ridurre il gap di protezione.
RMS, società leader nella modellazione di rischi catastrofali appartenente a Moody's, stima che l’ammontare dei danni assicurati causati dal terremoto di magnitudo 7,5 che ha colpito il Giappone il giorno di Capodanno sarà compreso in un intervallo tra 3 e 6 miliardi di dollari.
Tra le misure previste dalla bozza della manovra di bilancio spunta l’obbligo assicurativo per le imprese che dovranno stipulare, entro la fine del 2024, una polizza a copertura dei rischi catastrofali. Sulla misura è in corso una verifica del ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Global Assistance, compagnia multicanale specializzata nel segmento danni, lancia sul mercato la nuova polizza Global Casa Eventi Catastrofali che rappresenta la logica estensione del prodotto Global Sistema Casa, sempre più diffuso sul mercato.
Secondo le stime dell'Ania (associazione nazionale imprese assicuratrici) il 78% delle abitazioni è esposto ad un rischio medio-alto di terremoto o alluvione.
Dal 1970, il numero di disastri legati al clima è quintuplicato, secondo il recente report dell’ OMM (Organizzazione mondiale della meteorologia), che è un’Agenzia della Nazioni Unite.
RMS, azienda leader mondiale nella modellazione di catastrofi, sostiene che in base ai suoi nuovi modelli sui cambiamenti climatici e dell’attuale tasso di esposizione ai rischi, le perdite medie annuali assicurate (average annual losses, AAL) dai venti degli uragani del nord Atlantico potrebbero aumentare fino a un massimo del 24% entro il 2050, mentre il rischio alluvionale europeo AAL potrebbe aumentare fino a un massimo del 59% entro il 2050, in mancanza di interventi di mitigazione del rischio.
A livello globale, le perdite del settore assicurativo da catastrofi naturali e disastri causati dall'uomo ammontano a 83 miliardi di dollari nel 2020. L’Italia, nonostante la forte esposizione a fenomeni geologici e climatici estremi, fa un uso ancora limitato di strumenti assicurativi specializzati a tutela di privati ed aziende, al punto che il Paese vanta il triste primato del maggior deficit di protezione per le calamità naturali in Europa, con solo il 3,2% delle perdite assicurato (dati Swiss RE).
Anra si schiera al fianco dell’Ania sulla necessità di creare un modello pubblico privato che vada a rafforzare le attualmente scarse tutele di cittadini e imprese in caso di eventi catastrofali di origine naturale o pandemica. Infatti, solo un sistema pubblico – privato può dare risposte soddisfacenti e su larga scala.
“A fine 2019 l’industria assicurativa italiana si presentava in buona salute: la raccolta premi superava i 140 miliardi (+ 4 per cento sul 2018) raggiungendo il 7,8% del PIL; il ROE era di poco superiore al 12% (in forte crescita rispetto al 6,4%); i fondi propri erano circa 2,4 volte il requisito minimo di capitale”. È quanto ha detto il presidente dell’Ivass, Daniele Franco, nelle considerazioni annuali online dell’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni.
Serve una cooperazione fra pubblico e privato per aumentare la diffusione nel nostro Paese delle coperture assicurative per gli immobili contro le calamità naturali come terremoti e alluvioni. Coperture a oggi decisamente residuali, a fronte dell’aumento della frequenza degli eventi catastrofali.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sono diventati una realtà quotidiana. Secondo le Nazioni Unite, proprio le mutazioni in corso provocano una catastrofe a settimana. Il dato è stato diffuso da Mami Mizutori, rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres per la riduzione del rischio legato ai disastri naturali.
Il riassicuratore elvetico Swiss Re ha chiuso l’esercizio 2018 registrando un aumento del 27,2% dell’utile netto, salito a 421 milioni di dollari rispetto ai 331 milioni dell’anno precedente. Un risultato comunque inferiore alle previsioni degli analisti che, secondo Reuters, si attendevano un rislutato netto di 525 milioni di dollari.
Sempre più di frequente il mondo delle imprese si trova a confrontarsi con situazioni critiche e danni catastrofici causati da eventi climatici estremi ed imprevedibili.
Nicola Ricci, presidente dell’Osservatorio nazionale condomini e autore del libro “La vita facile dell’amministratore di condominio”, presentato alla Camera dei Deputati ha detto nel suo intervento che “il 78% degli edifici italiani è a rischio di eventi naturali, ma solo il 2% è coperto da una forma di copertura assicurativa per gli eventi sismici e meteo. Sei dei dieci terremoti più devastanti che si sono verificati in Europa nel periodo 1970-2016 sono avvenuti in Italia, e ogni anno riparare i danni catastrofali costa circa 3 miliardi di euro. Servono subito incentivi fiscali più incisivi e la creazione del registro dei condomini, con l’obiettivo di diffondere una maggiore cultura della prevenzione”. Siamo tra i primi in Europa per acquisto di abitazioni ma tra gli ultimi per politiche di prevenzione e troppo spesso, “dimentichiamo’ di assicurare la nostra casa”.