L’International Air Transport Association (Iata), organizzazione internazionale di compagnie aeree, analizza le prospettive di un settore che si stava riprendendo dopo la batosta della pandemia e che si trova a dover fare i conti con il conflitto russo-ucraino.
Tuttavia, secondo quanto afferma in una nota l’organizzazione “il settore del trasporto aereo è resiliente agli shock ed è improbabile che questo conflitto abbia un impatto sulla crescita a lungo termine del trasporto aereo”. Secondo Iata “è ancora troppo presto per stimare quali saranno le conseguenze a breve termine per l’aviazione, ma è chiaro che esistono rischi al ribasso, in particolare nei mercati esposti al conflitto”.
“I fattori di sensibilità – spiega Iata - includeranno l’estensione geografica, la gravità e il periodo di tempo per le sanzioni e/o la chiusura dello spazio aereo. Questi impatti si faranno sentire più gravemente in Russia, Ucraina e nelle aree limitrofe. Prima del Covid-19, la Russia era l’undicesimo mercato più grande per i servizi di trasporto aereo in termini di numero di passeggeri, compreso il suo grande mercato interno. L’Ucraina era invece il mercato numero 48. L’impatto sui costi delle compagnie aeree a seguito delle fluttuazioni dei prezzi dell'energia o del reindirizzamento per evitare lo spazio aereo russo potrebbe avere implicazioni più ampie. È probabile che la fiducia dei consumatori e l’attività economica subiscano un impatto anche al di fuori dell’Europa orientale”.
Ragionando in un’ottica di lungo periodo, l’International Air Transport Association prevede che il numero complessivo di viaggiatori raggiungerà i 4 miliardi nel 2024, superando i livelli pre-Covid-19 (103% del totale del 2019).
Nel 2021, il numero complessivo di viaggiatori era il 47% dei livelli del 2019; nel 2022 dovrebbe salire all’83%, quindi al 94% nel 2023, al 103% nel 2024 e al 111% nel 2025.
Il recupero del numero di passeggeri non ha risentito della variante Omicron. Il che significa che le persone desiderano viaggiare e quando si allentano le restrizioni alla mobilità tornano nei cieli, anche se la strada per tornare ai livelli pre-pandemia è ancora lunga.
Infatti, i dati relativi ai viaggi internazionali indicano che nel 2021 il numero di viaggiatori imbarcati sulle rotte internazionali è stato pari al 27% di quanto registrato nel 2019. La percentuale dovrebbe progressivamente salire al 69% nel 2022, all’82% nel 2023, al 92% nel 2024 fino ad arrivare al 101% nel 2025.
Si tratta di uno scenario di ripresa internazionale a breve termine leggermente più ottimistico rispetto a novembre 2021, basato sul progressivo allentamento o eliminazione delle restrizioni di viaggio in molti mercati.
Miglioramenti sono visti nei principali mercati del Nord Atlantico e intra-europei, mentre la ripresa continuerà a tardare in Asia.