
Con una spinta sempre più trasversale e inclusiva, l'Italian Insurtech Association (IIA) inaugura la seconda metà del 2025 rafforzando il suo ruolo di hub innovativo.
Nei primi sei mesi dell’anno, 23 nuovi soci hanno scelto di entrare a far parte del network, portando il totale a 223 e segnando una crescita che va ben oltre i numeri. È il segno di un ecosistema in evoluzione, dove l’insurtech supera i confini tradizionali del settore assicurativo per dialogare con realtà diverse: dalla mobilità alla sanità, dalle telecomunicazioni alla consulenza.
Tra le new entry, brillano nomi come Metakol, Antilia e Indigo, specializzata in soluzioni basate sull'intelligenza artificiale generativa. Ma ciò che colpisce è l'intento di IIA di non limitarsi al digitale.
L'associazione oggi si fa portavoce di un'innovazione anche sociale, dove le tecnologie emergenti diventano strumenti di equità e accessibilità.
L'approccio si concretizza nella cosiddetta insurance inclusion, un concetto che va ben oltre la semplice penetrazione di mercato e ambisce a superare barriere economiche, culturali e digitali per offrire protezione a chi ne è escluso. Una visione in cui il cittadino è protagonista, non più cliente passivo.
Lo scenario italiano, del resto, è in fermento: l'introduzione dell'obbligo assicurativo contro le catastrofi naturali per le imprese segna un cambio di rotta nella concezione della sicurezza collettiva. In questo contesto, IIA rafforza la sua presenza istituzionale e si propone come ponte tra pubblico e privato per costruire un ecosistema normativo, tecnologico e culturale all'altezza del cambiamento. Il paradigma è chiaro: l'assicurazione non è più un prodotto da acquistare, ma una leva strategica che incide sulla mobilità, sulla salute, sul benessere, sul lavoro e sull'abitare.
Nei primi sei mesi del 2025 sono stati investiti 230 milioni di euro negli ecosistemi assicurativi e la previsione per fine anno è di 510 milioni, con l'ambizione di arrivare a 750 milioni nel 2026.
La mobilità e la salute si confermano i settori più attraenti, seguiti da casa e PMI. Si passa dalla protezione a posteriori alla prevenzione attiva, con l'obiettivo di accompagnare e favorire comportamenti virtuosi. E non si tratta solo di tecnologie. Come sottolinea Simone Ranucci Brandimarte, presidente dell'Associazione, “l’Insurtech non è solo un tema tecnologico, ma sociale e culturale. Il nostro compito è costruire un ecosistema capace di dialogare con tutti i settori dell'innovazione, per offrire al cittadino un sistema di protezione accessibile, integrato e orientato alla prevenzione. Non promuoviamo polizze, ma una nuova idea di sicurezza quotidiana”. Le attività dell'IIA si articolano su tre fronti: la formazione - con oltre 2.000 ore già erogate -, la sensibilizzazione culturale e il dialogo con le istituzioni. Negli ultimi due anni, oltre 40 iniziative hanno coinvolto più di 150.000 persone, contribuendo a diffondere la cultura insurtech su tutto il territorio nazionale. Il risultato? Una comunità in costante evoluzione, aperta, trasversale, dove le sfide non si affrontano con risposte standardizzate ma con visione, competenze e coesione. L'obiettivo dell'IIA è chiaro: mettere le persone al centro della trasformazione, per un mercato che non venda solo servizi, ma migliori concretamente la vita di chi li utilizza.