Il referendum costituzionale di ottobre sarà la chiave di volta nel determinare se le riforme di Matteo Renzi produrranno la tanto attesa crescita italiana. A dirlo è l’agenzia di rating internazionale Fitch che si schiera in questo modo per il sì al referendum costituzionale, come hanno fatto anche Jp Morgan, il Fondo Monetario Internazionale e, a livello nazionale, Confindustria.
Secondo Fitch le riforme messe in cantiere dal premier sono positive: dal mercato del lavoro, al sistema elettorale, fino all’istruzione e alle insolvenze societarie anche se, “è ancora presto per dire se queste riforme alzeranno significativamente il Pil nel lungo termine”.
A determinare se ci sarà o meno lo slancio di queste riforme secondo Fitch è il risultato del referendum di ottobre la cui bocciatura potrebbe vanificare gli sforzi fatti finora.
Il debito enorme, la disoccupazione elevata, la ripresa lenta (Fitch prevede una crescita del Pil pari all’1% quest’anno e all’1,3% nel 2017), il settore bancario appesantito da crediti deteriorati e “anche il sistema assicurativo che si trova di fronte a requisiti di capitale potenzialmente più difficili”: tutti fattori che incontrerebbero nuovi ostacoli da uno stop alle riforme.
“Se la riforma costituzionale venisse bocciata il rischio politico aumenterebbe in modo rilevante e alcuni degli sforzi fatti per aumentare la produttività e rafforzare la crescita economica di lungo termine potrebbero subire una battuta d’arresto”.