
Secondo il colosso riassicurativo tedesco Munich Re il mercato globale delle assicurazioni cyber è destinato a raddoppiare entro il 2020, grazie soprattutto al crescente utilizzo di device connessi e al conseguente aumento di rischi complessi legati a questi nuovi sistemi tecnologici.
“I cyber risk sono una delle più gravi minacce per lo sviluppo dell’economia digitale”, ha detto Torsten Jeworrek, membro del board di Munich Re, durante il tradizionale Rendez-Vous annuale dei riassicuratori a Montecarlo. In particolare, Munich Re stima che le imprese potrebbero raddoppiare la loro spesa in coperture cyber generando un deciso incremento dei volumi a livello globale che passerebbero dai 3,4-4 miliardi di dollari di fine 2017 agli 8-9 miliardi di dollari del 2020.
Jeworrek ha aggiunto che, nonostante l’economia digitale abbia contribuito ad aumentare la produttività tra le imprese, “l’incremento delle macchine e delle attrezzature interconnesse espone parallelamente le aziende a rischi molto complessi come il furto di dati, piuttosto che le interruzione di attività tra le stesse macchine collegate in rete, fino al fallimento di intere linee di produzione e supply chains”. Secondo Jeworrek il numero di dispositivi connessi in rete passerà dagli attuali 27 ai 125 miliardi del 2030. “Già oggi i costi economici degli attacchi cyber su vasta scala superano le perdite causate dalle catastrofi naturali. Quando vengono colpite le piccole e medie aziende, si tratta di attacchi che possono metterne a rischio la stessa esistenza”. Infine, Munich Re ha osservato che fino a oggi gli attacchi cyber più dannosi sono stati provocati da ransomware come WannaCry e NotPetya, secondo un trend destinato a proseguire mettendo nel mirino un sempre maggior numero di dispositivi e macchine connesse.