
Gli italiani utilizzano i Social Network ma temono per la privacy. È il risultato della ricerca “Retail Transformation 2.0”, realizzata da Digital Transformation Institute e Cfmt, che ha indagato sul rapporto delle persone con le tecnologie.
In particolare, il 71% del campione (3% in più rispetto a un anno fa) afferma “finché useremo i social network i nostri dati personali non saranno al sicuro”. Il 95% degli intervistati dimostra familiarità con l’utilizzo dei Social che risulta una tecnologia digitale tra le più conosciute insieme a Intelligenza Artificiale (l’82% sa di cosa si tratta, con un +2% rispetto allo scorso anno),Realtà Aumentata e Realtà Virtuale(75%).
Nel momento in cui si è chiesto agli intervistati di spiegare il significato di social network, si è maggiormente fatto riferimento a Facebook, quasi a voler considerare la piattaforma un sinonimo di Social. Gettonate anche le parole piattaforma, interazione, comunicazione, condivisione e scambio.
“Emerge in generale”, commenta Giovanni Bocca Artieri, socio fondatore del Digtial Transformation Institute e Professore di Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, “una visione più disincantata dei social network come strumenti che probabilmente abbiamo sovrastimato nelle nostre attese rispetto alla funzione di socializzazione diffusa e che oggi costituiscono piuttosto mezzi utili per orientarci dal punto di vista delle informazioni nel mercato ma con la consapevolezza che occorre tenere alta l’attenzione rispetto a recensioni e consigli che possono essere orientati dalle aziende. Una visione critica che si è andata consolidando dopo lo scandalo Cambridge Analytica e la discussione emersa nei media nella direzione di una preoccupazione crescente per la privacy che, secondo gli intervistati, viene messa a rischio quotidianamente dall’uso dei Social Network. In pratica, a livello delle nostre interpretazioni sociali, i social network costituiscono un ambiente simbolico in cui la tecnologia ha contorni orwelliani mentre quando ci concentriamo sulle analisi dell’uso gli utenti mostrano una confidenza consapevole che, tutto sommato, gli permette di orientarsi verso un uso critico”.