Atradius
Cresce in Europa, in termini di valore, la percentuale di fatture insolute alla scadenza. Si passa al 53% del valore totale delle fatture relative ad operazioni commerciali tra aziende, dal 47% dello scorso anno.
Nel report economico/settoriale dedicato all’Italia, Atradius prevede una crescita cumulativa di insolvenze e fallimenti aziendali in Italia (+4%) per la seconda metà dell’anno, con un trend in salita atteso anche per il 2022.
Secondo i risultati emersi dal sondaggio “Barometro sui comportamenti di pagamento in Asia - giugno 2021” condotto da Atradius, il 50% delle fatture B2B in Asia viene pagato in ritardo. Molte delle aziende intervistate hanno riferito di aver sofferto gli effetti della recessione economica provocata dalla pandemia Covid-19.
Attesa per il 2021 una significativa inversione di tendenza del rischio di default sui pagamenti per molte imprese a livello globale. Da un complessivo -14% dei livelli d’insolvenza registrato lo scorso anno, il rischio default sui pagamenti ha ripreso a correre in tutte le principali economie mondiali.
Lo sviluppo dei vaccini e le politiche di sostegno fiscale dei governi lasciano ben sperare per una ripresa dell’economia, che dovrebbe riacquistare slancio nel 2021. Tuttavia, le previsioni a breve a termine restano incerte e molto dipenderà dall’efficacia della vaccinazione e dal rischio di una nuova ondata di contagi che potrebbe rinviare la ripresa economica al 2022.
Opportunità di rilancio e crescita del business nel contesto del commercio mondiale delineato dalla pandemia e dai suoi impatti su economie, mercati e tecnologie. Questi gli argomenti di una serie di quattro eventi virtuali (webcast) programmati da Atradius, tra i leader globali nel settore dell’assicurazione del credito commerciale, e rivolti specificamente ad aziende, intermediari assicurativi, mondo dell’informazione e dei media, ed in generale a tutti coloro che abbiano interesse ad approfondire tali tematiche di pressante attualità.
La contrazione superiore al 4% del PIL mondiale nel 2020 produrrà una crescita delle insolvenze aziendali del 26% in Europa.
Nel quadro della crisi economica innescata dalla pandemia di coronavirus aumenta l’attenzione delle imprese italiane, in maniera trasversale nei vari comparti del sistema Paese, sul tema della tutela della propria attività dai mancati pagamenti ed insolvenze dei clienti. Questo perché i significativi cali di fatturato registrati in questi ultimi mesi hanno messo a dura prova interi settori, colpendo soprattutto le imprese più piccole del sistema, alle prese con problemi di liquidità a cascata nelle rispettive filiere produttive. Vuoti di liquidità che possono portare, se non gestiti in maniera attenta, a compromettere l’esistenza stessa dell’impresa, fino alla sua uscita dal mercato.
Le aziende delle principali economie del Nord America stanno assistendo ad una contrazione dei propri flussi di cassa come principale conseguenza della pandemia da Covid-19. Il Barometro Atradius sui comportamenti di pagamento a livello internazionale rivela infatti un significativo aumento dei ritardi di pagamento nella regione USMCA.
L’impatto del Covid-19 sulle economie di tutto il mondo provocherà, secondo l’Economic Outlook di Atradius, la peggiore recessione dal 1980. A rendere questo scenario ancor più grigio è la sua globalità, con quasi tutti i Paesi del mondo che dovrebbero registrare una crescita economica negativa nel 2020.
Mentre si profila il rischio di una recessione globale, le aziende dell’Asia consolidano i loro processi di gestione del credito commerciale cercando di ridurre al minimo i rischi derivanti da crediti in sofferenza.
La pandemia di coronavirus colpisce l’economia mondiale in un momento delicato, fatto di stime di crescita al ribasso, soprattutto a causa del perdurare delle tensioni commerciali. Questo accelera la tendenza all’aumento dei livelli d’insolvenza nelle economie avanzate.
Tornano a crescere, dopo quasi un decennio di flessione, i livelli d’insolvenza negli USA, che dovrebbero attestarsi su un +4% quest’anno. A questo fa da corollario un generale rallentamento della performance economica statunitense, che continua a gravare su esportazioni e investimenti, cui si aggiunge la vulnerabilità delle economie canadese e messicana, all’interno di un contesto commerciale volatile ed incerto.
A oltre tre anni dal voto per la Brexit, Regno Unito e Unione Europea si sono separati con un accordo strutturato di recesso. Venerdì 31 gennaio 2020 a mezzanotte (CET), l’uscita del Regno Unito è diventata realtà. Mentre ora l’attenzione si rivolgerà alle future relazioni commerciali tra il Regno Unito e l’Europa, gli impatti economici a breve termine per il Regno Unito continuano a creare difficoltà alle imprese.
Cresce sul mercato italiano l’offerta di strumenti assicurativi a sostegno dell’export, per rispondere ai rischi commerciali e politici in aumento in molte aree del mondo. D’altra parte, le cifre parlano chiaro, i livelli d’insolvenza tra aziende aumenteranno nel 2020 di un ulteriore 2,6% a livello globale, e questo potrebbe inevitabilmente tradursi in un aumento delle criticità in termini di flussi di cassa e profitti anche per le aziende del nostro Paese.