Cyber Security
Il Cyber Center of Competence (CoC), che coordina e guida la sottoscrizione e la governance del rischio informatico in tutto il Gruppo Allianz ed è integrato in Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS), dal primo giugno prossimo sarà guidato da Catharina Richter, che riferirà direttamente al Chief Underwriting Officer e membro del Consiglio di Amministrazione di AGCS, Thomas Sepp.
La sicurezza dei dati rappresenta una seria preoccupazione per i professionisti IT, secondo quanto emerge dal Report globale 2020 KPMG Oracle sulle minacce in cloud (Cloud Threat Report).
CFC Underwriting, assicuratore specializzato in rischi cyber, avverte che sono in forte aumento le truffe cyber che sfruttano la pandemia di Covid-19 per colpire le aziende.
Si chiama Digital Footprint Intelligence il nuovo servizio pensato da Kaspersky per aggiornare in tempo reale i clienti sui punti deboli dell’organizzazione e informare sulle minacce rese note da numerose fonti e risorse open che di solito hanno un accesso limitato, oltre ai risultati delle ricerche di Kaspersky sull’argomento.
Il report annuale di Yoroi (gruppo Cybaze) sulle minacce informatiche che colpiscono l’Italia rileva che i settori più colpiti dagli attacchi cyber nel 2019 sono il manifatturiero (19,4%), finanziario (17,9%) e bancario (12,7%). E lo strumento più diffuso per questi attacchi sono virus trojan come Emotet e Ursnif. “Uno scenario – sostiene l’amministratore delegato di Yoroi, Marco Ramilli – che notiamo ripetersi con maggiore virulenza nei primi tre mesi dell’anno con attacchi che sfruttano il tema coronavirus”.
I cyber criminali hanno materiale in abbondanza per affondare i colpi e approfittare di questa situazione delicata. L’attività è in forte crescita, al punto da veder riaffiorare strumenti ormai dati per trapassati, come ad esempio il trojan bancario Zeus Sphinx, riemerso all’improvviso dopo essere sparito da almeno tre anni.
La catena di hotel Marriott è nuovamente finita nel mirino degli hacker. Se la prima intrusione del novembre 2018 aveva interessato i dati di 383 milioni di clienti, questo secondo attacco, iniziato a metà gennaio, sembra decisamente meno devastante, avendo messo a rischio i dati di 5,2 milioni di clienti.
Non sono molto rassicuranti i risultati dello studio “World Cyber Protection Week” effettuato da Acronis sull’utilizzo del backup, soprattutto se si tiene conto che nel 2019 circa il 42% delle imprese ha subito perdite di dati, con conseguente periodo di inattività.
Un gruppo di esperti di cyber security di tutto il mondo ha deciso di fare squadra e costituire “Cti League”, per proteggere gli ospedali e le organizzazioni sanitarie impegnate in prima fila a contenere gli effetti drammatici del contagio del Covid-19.
Per la legge del contrappasso Chubb, uno degli assicuratori maggiormente attivi nel segmento dei rischi cyber è finito sotto attacco degli hacker. Un portavoce del colosso assicurativo ha confermato che sono state avviate le procedure per verificare l’esistenza di un possibile attacco esterno, anche se al momento la rete del gruppo non sembra essere stata intaccata.
La pandemia da coronavirus sta ribaltando il mondo. Le strade sono deserte, la produzione è bloccata, si vive tra le quattro mura di casa. È tutto fermo, un’esistenza messa tra parentesi. Tutto, tranne l’attività dei cyber criminali che non si fermano neanche davanti alla più grande emergenza sanitaria nell’era della globalizzazione.
In piena emergenza sanitaria la sicurezza degli ospedali è fondamentale. Eco allora che gli esperti di cyber security si schierano a difesa di ospedali e organizzazioni sanitarie per alzare le difese da possibili attacchi cyber.
I cyber criminali non potevano certo farsi scappare una ghiotta occasione come il coronavirus e diffondere malware.
Presentato il Rapporto Clusit 2020, realizzato dall’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica. Il primo dato che balza agli occhi è l’aumento del numero di attacchi cyber di grave entità che nel 2019 sono stati 1.670, pari a un incremento del 7% rispetto all’anno precedente, ma quasi il doppio degli 873 attacchi registrati nel 2014.
Virgin Media, società multimediale inglese appartenente al gruppo Liberty Global ha segnalato la violazione al database contenente informazioni personali di circa 900.000 utenti. Nomi, indirizzi, email, numeri di telefono e informazioni sui prodotti sono stati accessibili pubblicamente per un intervallo di tempo non precisato.