
Una larga maggioranza di cittadini americani che ha iniziato a lavorare in smart working a causa della pandemia non è per nulla preoccupata dagli attacchi cyber, anche se il rischio è decisamente superiore rispetto al lavoro in ufficio. E’ quanto afferma un report di Chubb che ha voluto esaminare come gli americani hanno trasformato le proprie case in postazioni di lavoro durante il lockdown. Oltre 1.200 i cittadini di età compresa tra 20 e 65 anni coinvolti nello studio.
Secondo il sondaggio, circa il 46% degli intervistati ha dichiarato di essere preoccupato per la sicurezza informatica mentre sta utilizzando device per lavorare da remoto. Inoltre, quasi il 50% del campione sostiene di svolgere regolarmente attività commerciali utilizzando device personali o il proprio account di posta elettronica.
Parliamo di un rischio che non va per nulla sottovalutato. Tra gli intervistati, 1 su 10 afferma di essere stato vittima di un attacco cyber mentre lavorava da casa: complessivamente, circa il 34% ha subito un attacco.
Un altro argomento delicato è quello relativo agli infortuni. Chubb ha scoperto che il 41% del campione che lavora da casa sostiene di avere dolori alla schiena, al polso o alla spalla. I risultati indicano una percentuale del 50% di intervistati dai 20 ai 25 anni che ha riscontrato una di queste problematiche, mentre la percentuale scende intorno al 30% per le persone di età compresa tra 56 e 65 anni. Tuttavia, sono molto pochi quelli che tengono conto delle corrette posture ergonomiche da adottare per non rischiare lesioni.
Per quanto riguarda la qualità del lavoro, il 37% sostiene di essere più produttivo lavorando da casa, mentre circa un terzo non rileva grosse differenze tra casa e ufficio. Cambiano invece i tempi del lavoro. Infatti, circa l’83% afferma di lavorare da casa le stesse ore o più di quelle che impiega in ufficio, mentre il 37% afferma di lavorare più ore. Un altro 17% di intervistati dichiara di lavorare più di 10 ore extra a settimana.
E se è vero che a casa si mangia e si beve di più rispetto alla quotidianità dell’ufficio, non è certo la linea il primo dei problemi dei cittadini. Il 68% degli americani che lavorano da remoto è preoccupato del proprio benessere finanziario e di quello della propria famiglia.